
Nel pomeriggio di sabato è stata vandalizzata la stele in ricordo dei “Soldati Caduti” nell’adempimento del dovere, il 10 Luglio 1943, installata al posto Posto di Blocco 452, sulla S.P. 25 Ragusa-Marina di Ragusa.
Ignoti, utilizzando una bomboletta di vernice spray color rosso, hanno imbrattato la stele con la scritta “FASCI”.
Non si tratta del primo atto simile ai danni stella stele. Nel 2018, infatti, sempre ignoti spaccarono la foto in ceramica ritraente le vittime.
Il sito, con l’inaugurazione della stele avvenuta nel 2014 alla presenza delle massime autorità civili e militari, costituisce uno dei tre luoghi della memoria che l’Associazione Culturale Lamba Doria ha istituito in provincia di Ragusa.
Ma non solo, la stele del Posto di Blocco 452, ha un valore affettivo inestimabile per la cui realizzazione ha contribuito anche il figlio del soldato Giuseppe Rinaldi che perse il padre quando aveva appena tre mesi di vita e del quale non seppe nulla fino al giorno in cui Salvatore Marino, referente provinciale del sodalizio, dopo svariate ricerche, gli comunicò il luogo in cui il padre perse la vita. Per il sig. Rinaldi questo luogo rappresenta “l’eterna dimora” dell’amato padre di cui non si conosce, ad oggi, il luogo di sepoltura.
Il Posto di Blocco 452, negli anni, è divenuto un luogo caro a tutta la comunità ragusana e non. Qui, infatti, ogni anno, in occasione dell’anniversario dello sbarco degli alleati, con un’apposita cerimonia, la comunità e le autorità si stringono ai discendenti dei caduti, ancor oggi sempre presenti alle commemorazioni, per ricordare, anche con la preghiera, il sacrificio dei nostri avi in uniforme.
L’Associazione Culturale Lamba Doria, nell’esprimere un forte rammarico per l’accaduto, comunica di aver già presentato formale denuncia presso i Carabinieri.
“Dopo ottanta anni dalla fine della seconda guerra mondiale – afferma il presidente dell’Associazione Culturale Lamba Doria, Alberto Moscuzza – ancora oggi si vedono atti vili contro i nostri Caduti del Regio Esercito. In questo caso del soldato Giuseppe Rinaldi, Caduto senza croce in quanto il suo corpo non è stato mai ritrovato e i suoi familiari non hanno mai avuto una tomba su cui piangerlo. Mi auguro che non si tratti di un gesto vile derivante dall’appartenenza a qualche organizzazione politica ma isolato e di un singolo soggetto che non ha neanche letto il testo della lapide. Questo è sinonimo di ignoranza è pura viltà. Auspico inoltre che tutte le realtà culturali e politiche, di Ragusa e non, condannino aspramente questo gesto di vigliaccheria”.
“Purtroppo non è la prima volta che il monumento viene preso di mira – aggiunge Salvatore Marino, referente provinciale dell’Associazione. Mentre nel 2018 si erano ‘limitati’ a infrangere la fotoceramica ritraente i soldati, questa volta, invece, con la scritta apposta, sembrerebbe che gli autori del deplorevole gesto abbiano voluto dare una chiave politica, avendo, peraltro ignorantemente, definito fascisti coloro che non erano tali, ma bensì dei Soldati, il cui operato, com’è risaputo, è determinato dagli ordini ricevuti e non da fede ideologica. Personalmente, mi rammarica soprattutto il fatto che non si abbia più pietà neanche per i morti. Un monumento si ricostruisce, mentre il dolore provocato da questo scempio rimarrà vivo in quei figli e nipoti ai quali la crudeltà della guerra ha strappato gli affetti più cari, motivo per cui il vile gesto rende ancor più meschini gli autori”.
Sulla vicenda interviene anche il primo cittadino di Ragusa, Peppe Cassì, che afferma: “Sono molto dispiaciuto per l’accaduto. Non credo si tratti di un gesto dai connotati politici ma più che altro isolato. Ciò non toglie che sia un gesto da condannare fortemente. Un insulto alla memoria collettiva che onora, com’è giusto che sia, uomini che hanno perso la loro vita nell’adempimento del dovere. Vedere la lapide, danneggiata per la seconda volta, in questo modo fa male, ma sono convinto che la verità e il senso di comunità sono più importanti del vile gesto di uno sconsiderato”.