
Pietro Finistrella, 29 anni, è il nuovo campione italiano di Showdown. Originario di Riposto e vittoriese d’adozione, Finistrella vive a Vittoria dal 2016 insieme alla moglie (vittoriese doc) Irene Barone, anche lei atleta non vedente, e il loro figlio di 8 anni.
A Silvi (in provincia di Teramo) nell’atto conclusivo del Campionato italiano 2024-25 si sono sfidati i migliori 12 atleti e le migliori 12 atlete della stagione agonistica. Al termine delle gare, in campo femminile si è registrato il trionfo di Graziana Mauro (Uic Bari), che he ha conquistato il suo sesto titolo italiano in carriera. Nel torneo maschile, invece, primo successo in carriera del vittoriese d’adozione Pietro Finistrella (della Settecolli Scicli) che prosegue il suo momento d’oro dopo la medaglia d’argento vinta a Praga nella Blind Sport Club Showdown Cup.
Pietro ha poi dedicato la vittoria a suo figlio: “in finale- ha spiegato- arrivano i primi 12 atleti che nel corso dell’anno hanno realizzato più punti nei tre tornei precedenti. In questi tre tornei sono arrivato sempre secondo e lui si disperava e mi spronava a dare il meglio. Alla fine, abbiamo vinto la coppa più importante”.
Fra le atlete in gara a Silvi anche la moglie di Pietro che ha conquistato il sesto posto.
Prossimo appuntamento per Pietro Finistrella i mondiali di giugno che quest’anno si terranno proprio in Italia. Pietro vestirà quindi la maglia azzurra gareggiando per la nazionale italiana.
Quando e come si è avvicinato a questo sport?
“Il primo approccio, seppur a distanza, c’è stato nel 2007, quando questa disciplina è arrivata in Italia. Proprio nella mia città natale, infatti, si è svolto uno dei primissimi tornei nazionali di Showdown. Poi nel 2019, per una scommessa con il presidente della mia squadra di allora, Alfio Pricoco del Catania, ho iniziato a fare sul serio. Mi disse infatti che se avessi vinto la coppa regionale mi avrebbe iscritto al campionato nazionale. E così è stato. Da lì la salita fino alla recente vittoria nazionale”.
Ha praticato altri sport prima?
“Dai 5 ai 17 anni ho fatto Judo”.
Pietro ha perso la vista ha 5 anni a causa di un tumore, un Retinoblastoma, e oggi si rivolge ai giovani non vedenti: “non chiudetevi in casa ma avvicinatevi allo sport, qualunque esso sia. Attraverso lo sport- afferma- sono certo che potrete trovare nuovi stimoli. Spero che la mia storia sia per loro un esempio e un motivo in più per aprirsi e mettersi in gioco”.
Cosa è e come si gioca a Showdown
Lo Showdown è uno sport individuale in cui si affrontano due giocatori non vedenti o ipovedenti protetti da mascherina. Si gioca con guanto, racchetta e pallina sonora. È una disciplina che ricorda il tennistavolo, ma con le dovute differenze. Il tavolo da gioco è rettangolare con angoli arrotondati, la porta e l’area di porta alle due estremità e con uno schermo trasparente al centro del tavolo. Scopo del gioco è quello di colpire la pallina con la racchetta, facendola passare sotto lo schermo, mentre l’avversario attua la difesa, e siglare una rete. Lo Showdown attualmente non fa parte del programma dei Giochi Paralimpici, anche se a livello internazionale sono indetti i Campionati Europei e Mondiali sotto l’egida dell’IBSA (International Blind Sport Federation), mentre in Italia è la Federazione Italiana Sport Paralimpici per Ipovedenti e Ciechi (FISPIC) che indice ed organizza le principali manifestazioni sportive, tra cui il Campionato Italiano Maschile e Femminile e la Coppa Italia.