Siria Clemente, dal Palazzetto dello Sport di Vittoria alla serie A1

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Dal Palazzetto dello Sport di Vittoria alla serie A1. Una scalata verso il successo quella della pallavolista vittoriese Siria Clemente, 20 anni il prossimo 27 maggio, figlia d’arte. Il padre, infatti, è quel Vincenzo Clemente difensore del Vittoria calcio che ha vinto anche campionati di Eccellenza.

Nelle settimane scorse, Siria (che un mese prima era approdata dalla B1, dove militava con il Traina Caltanissetta, alla A2 con la Consolini Volley) ha fatto il salto in A1 con la sua neo-squadra. Ma come in ogni racconto che si rispetti, partiamo dall’inizio.

Siria, raccontaci come e quando è iniziato il tuo amore per la pallavolo.

Ho iniziato a 5 anni. Mia sorella Mara giocava a pallavolo e quindi anche io andavo in palestra, guardavo gli allenamenti, facevo qualche esercizio, Niente di che. La prima allenatrice è stata Irene Bonì. In poco tempo mi sono appassionata e qualche anno dopo mi sono trasferita a Catania per giocare nell’Under 14.  Da lì ho iniziato a viaggiare per gareggiare nelle giovanili: Vicenza, Piacenza…

Una infanzia all’insegna della Pallavolo, insomma. Ma ti è mancata in qualche modo la vita di una ‘ragazzina qualunque’?

In parte sì, nel senso che alcune piccole cose le perdi; come la possibilità di andare alla festa di compleanno di una amichetta, stare con le amiche a bighellonare. Ecco, quelle sono cose che perdi se decidi di entrare in circuiti nei quali si punta a vincere le nazionali o comunque a fare campionati rimanendo a certi livelli. Però rispetto alle tue coetanee impari subito il valore e l’importanza del sacrificio per chi segue dei sogni e ha degli obiettivi di un certo tipo. Come in ogni cosa ci sono i pro e i contro.

La tua famiglia di ha sempre sostenuto o hanno cercato di farti cambiare idea?  

In realtà inizialmente ero io ad avere dei dubbi. Avevo paura di andare a vivere lontano dalla mia famiglia e temevo di perdere i miei amici. Poi sia mio papà Vincenzo che mia madre, Sabrina Cilia, mi hanno fatto capire la grande opportunità che mi era stata data visto che ero stata selezionata da Alessandro Giovannetti, uno dei migliori allenatori in Italia. Mi hanno quindi spronato a provarci spiegandomi che se non lo avessi fatto avrei sempre vissuto con il dubbio e il rimorso di ‘cosa sarebbe accaduto se’. Di contro, se non mi fosse piaciuto o avrei avuto troppa nostalgia, avrei sempre potuto scegliere di tornare a casa.

E alla fine sei rimasta! Raccontaci ora come sei passata, in pochi mesi, dalla B1 all’accesso in A1.

È stato tutto molto veloce. Ho iniziato la stagione a Caltanissetta, ma a gennaio la società ha deciso di ritirarsi dal campionato di serie B1. Non mi aspettavo affatto di ricevere una proposta, in poco tempo, dall’Omag-Mt San Giovanni in Marignano che militava in A2 e in quel momento puntava a vincere il campionato e a vincere la Coppa Italia. Quando mi hanno chiamato ero inizialmente spaventata perché sono abituata ad un altro livello di gioco, ad un’altra velocita, un’altra tecnica. Invece mi hanno accolto tutti benissimo, le ragazze, la società e anche i tifosi.Temevo mi avrebbero visto e trattato solo come ‘quella che proviene dalla serie inferiore’, tecnicamente meno preparata, e invece in questo periodo, seppur breve, mi hanno dato la possibilità di crescere e migliorarmi.

Cosa ti aspetti dalla prossima stagione?

E’ ancora è presto per fare previsioni. Non conosco i progetti della società, ma mi piacerebbe continuare in questa categoria. Vedremo!