Traffico di migranti tra Turchia e Italia, 15 arresti

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15 soggetti di nazionalità egiziana sono stati arrestati in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Catania, su richiesta avanzata da questa Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia. Secondo quanto emerso dalle indagini, il gruppo faceva parte di un’articolata organizzazione criminale che operava tra l’Egitto, la Turchia, la Grecia con ramificazioni in Italia e che gestiva gli sbarchi clandestini lungo il Mediterraneo orientale.

I reati contestati, per i quali gli indagati – ferma restando la presunzione d’innocenza fino a sentenza definitiva di condanna –  allo stato sono ritenuti gravemente indiziati, sono il delitto di associazione per delinquere finalizzata al traffico di migranti e plurimi delitti di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, con l’aggravante della transnazionalità.

Gli arresti sono il risultato di una vasta operazione investigativa coordinata da questa Direzione Distrettuale Antimafia e condotta dal Servizio Centrale Operativo (SCO) e dalla Squadra Mobile di Siracusa, in stretta sinergia con l’Agenzia Europea EUROPOL”, nonché con la collaborazione di Eurojust e del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia e dell’H.T.S.M. di Interpol.  L’inchiesta è stata denominata ‘El rais’ della Dda di Catania che contesta “18 eventi migratori, dal 2021 al 2023″. L’associazione avrebbe “contribuito all’arrivo di migliaia e migliaia di migranti lungo le coste siciliane e calabresi”.

In particolare, tra gli arrestati, vi è il soggetto che sarebbe il capo dell’organizzazione, il cittadino egiziano dimorante in Turchia, Assad Ali Gomaa Khodir , detto Abu Sufyen– che, nel panorama internazionale, sulla base delle indagini in corso, sarebbe uno dei principali  player di questo sistema di trasbordo di migranti dall’Asia minore all’Europa .

Proprio nella città di Istanbul, l’uomo si era stabilito per eludere un mandato di arresto emesso dal suo paese di origine, l’Egitto, per la medesima tipologia di reati (per i quali era stato condannato a 10 anni di carcere), e per continuare a guidare l’organizzazione criminale oggetto di indagine.

Le indagini, iniziate nel maggio 2022, avevano preso avvio successivamente all’arresto di tre soggetti stranieri, giunti clandestinamente presso il Porto Commerciale di Augusta (Siracusa), perché ritenuti essere gli “skipper” di un’imbarcazione a vela con a bordo decine e decine di migranti clandestini provenienti dalla Turchia.

Per effetto delle successive indagini della Polizia italiana, e grazie alle necessarie sinergie sviluppate su impulso di questa DDA con le numerose Autorità che hanno inteso collaborare – veniva ricostruita, a livello di gravità indiziaria,  la struttura di un’organizzazione che si era dotata di un sofisticato, stabile e ramificato sistema di gestione della immigrazione clandestina dominante sulla rotta del mediterraneo orientale, che prevedeva il reclutamento di  skipper professionisti (per la quasi totalità provenienti dall’Egitto), la gestione logistica dei migranti provenienti prevalentemente dal Medio Oriente e dall’Asia (siriani, afghani, palestinesi), la loro provvisoria sistemazione su suolo turco (in attesa della partenza) ed il loro successivo “trasporto” verso le coste italiane a bordo di imbarcazioni a vela appositamente reperite.

Si trattava infatti quasi esclusivamente di barche a vela di circa 12/15 metri – che al massimo avrebbero potuto trasportare circa 20/25 persone – in discrete condizioni di utilizzo (seppur prive di qualsiasi strumento di salvataggio) nelle quali venivano stipate un numero di migranti anche 7/8 volte maggiore. 

Il viaggio, che iniziava dalle aree costiere delle città turche di Bodrum, Izmir e Marmaris, poteva durare anche una settimana e vedeva la presenza a bordo di decine e decine di persone (molto spesso più di un centinaio) tra cui donne e bambini, stipate sull’imbarcazione ben oltre i limiti di capienza, tanto da rendere ancora più pericolosa la navigazione. I migranti, per poter prendere parte alla traversata, pagavano all’organizzazione ingenti somme di denaro, circa 10.000 dollari a persona.  

L’organizzazione criminale, è emerso dalle indagini, ha inoltre gestito almeno uno sbarco sulle coste greche. In quel caso, si è registrato un esito tragico, con il naufragio dell’imbarcazione.

Gli arresti ed i fermi, 7 -effettuati quasi simultaneamente in Turchia, Oman, Albania, Germania e Italia- hanno portato anche alla cattura di alcuni stretti collaboratori del capo del sodalizio i quali, oltre ad essersi occupati in prima persona della conduzione delle imbarcazioni giunte in Italia, hanno poi continuato a collaborare l’organizzazione gestendo il reclutamento di ulteriori skipper da utilizzare per le successive traversate illegali.

Nonostante la tempestiva segnalazione alle competenti Autorità estere da parte di questa AG e della Polizia di Stato dei provvedimenti restrittivi adottati, ulteriori indagati dimoranti in territorio Extra-Ue, sono al momento sfuggiti all’esecuzione dell’ordinanza del Gip. Sul conto di costoro le indagini proseguono con il massimo impegno..

Sulla base degli indizi raccolti si stima che l’organizzazione abbia favorito l’ingresso clandestino in Italia di almeno 3.000 persone a partire dal 2021 ad oggi, con introiti stimati, per il sodalizio criminale,

di almeno 30 milioni di dollari.