CGIL: “sul destino di Versalis servono risposte, non promesse”

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È un appello accorato ma lucido quello che il segretario generale della CGIL di Ragusa, Giuseppe Roccuzzo, rivolge oggi a tutti i sindaci della provincia ed al Commissario del Libero Consorzio di Ragusa.

Al centro della denuncia, il futuro incerto del sito Eni Versalis di Ragusa, già chiuso da mesi, e il vuoto preoccupante lasciato dal protocollo di riorganizzazione firmato da Eni insieme ad alcune sigle sindacali e alla Regione Lombardia, ma non sottoscritto dalla CGIL né da regioni strategiche come Sicilia, Puglia ed Emilia-Romagna.

«Il piano di Eni – afferma Roccuzzo – rappresenta una vera e propria eutanasia industriale mascherata da riconversione green. Per Ragusa si prevede un agri-hub vago, privo di cronoprogramma e investimenti certi, con avvio previsto nel 2028. Ma i lavoratori rischiano di rimanere senza futuro già oggi».

Nel documento inviato a tutti i sindaci, la CGIL ribadisce che l’abbandono della chimica di base è un errore strategico nazionale, in aperta contraddizione con quanto dichiarato dallo stesso Ministro Urso nel Non Paper del Mimit. Per la Camera del Lavoro a essere a rischio non è solo il sito di Ragusa, ma l’intera filiera petrolchimica siciliana, con gravi ripercussioni occupazionali e industriali.

«Eni, partecipata pubblica, non può agire come un attore privato qualsiasi. Deve rispondere agli interessi collettivi del Paese e dei territori che hanno contribuito alla sua crescita industriale» sottolinea il segretario della CGIL iblea, sollecitando una regia regionale forte, condivisa con le parti sociali e capace di esigere garanzie concrete. La CGIL chiede a Eni, un cronoprogramma dettagliato, con tempi certi e obiettivi concreti; Un piano di investimenti chiaro, articolato per area e intervento; Tutele occupazionali reali, inclusi i lavoratori dell’indotto e della logistica; Un meccanismo di monitoraggio e confronto costante con le rappresentanze sindacali.

«Se non si interviene adesso – conclude Roccuzzo – rischiamo che l’intero settore collassi nel silenzio. I sindaci hanno oggi l’opportunità e la responsabilità di unirsi a questa battaglia. Il lavoro è l’unica vera leva di emancipazione in Sicilia, e non possiamo permetterci di perderla». La CGIL di Ragusa si rende disponibile per ogni confronto istituzionale e invita tutte le amministrazioni locali a prendere posizione pubblicamente per salvaguardare il futuro industriale e occupazionale del territorio.