Nove anni dopo l’omicidio di Giuseppe Dezio, il suo omicida, un vittoriese di 51 anni, è stato condannato in via definitiva per omicidio volontario. L’uomo è stato quindi arrestato dai Carabinieri della Compagnia di Vittoria in esecuzione di un provvedimento della Procura Generale presso la Corte d’Appello di Catania.
I fatti risalgono al 2 febbraio del 2016 quando l’agricoltore di Vittoria, Giuseppe Dezio, venne ucciso da una coltellata sferratagli alla gola nel corso di una lite scoppiata in campagna per ragioni legate al passaggio lungo una strada interpoderale. All’omicidio erano presenti il padre e il fratello del cinquantunenne con cui Dezio. Pare che fra Dezio e i suoi vicini (che gestivano entrambi delle serre nella zona) anche in passato si fossero registrate diverse liti, anche accese, sempre per “questioni di confine”.
Inizialmente il padre dell’odierno arrestato aveva dichiarato di aver agito da solo, per difendere i suoi figli, ma i giudici, già in primo grado, non avevano ritenuto credibile la sua versione.
Le indagini condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Vittoria e del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Ragusa, già qualche anno fa avevano portato alla condanna del responsabile a 22 anni da parte della la Corte di Assise di Siracusa, pena ridotta dalla Corte di Assise di Appello di Catania a 14 anni di reclusione, con l’assoluzione del padre da subito.
Il 29 gennaio scorso il ricorso proposto davanti alla Corte di Cassazione è stato rigettato, rendendo definitiva la condanna a 14 anni, e la Procura Generale presso la Corte d’Appello di Catania ha emesso un Ordine di Esecuzione per la Carcerazione nei confronti del condannato.
I Carabinieri della Compagnia di Vittoria, ricevuto il provvedimento giudiziario, si sono immediatamente attivati per eseguirlo e hanno rintracciato l’uomo nella sua abitazione, notificandoglielo.
Lo stesso, terminati gli atti di rito, è stato tradotto alla Casa Circondariale di Ragusa. Dovrà scontare, scomputata la custodia cautelare cui era stato già sottoposto, la pena residua di 12 anni ed 8 mesi di reclusione.