Fuga di gas a S. Giovanni Galermo, 14 feriti

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Anche una unità cinofili e due unità personale Usar (Urban Search and rescue) specializzati per ricerca e recupero persone sotto le macerie del Comando Provinciale di Ragusa si sono recate ieri a San Giovanni Galermo, a Catania, per dare supporto ai colleghi intervenuti nell’esplosione che ha sconvolto il popoloso rione.

14 i feriti, di cui sei ricoverati in ospedale. Tra i ricoverati, una persona è in codice rosso. Non ci sono, fortunatamente, vittime. Per ore si è temuto per la sorte di un uomo, poiché i familiari non riuscivano a rintracciarlo. Alla fine è stato accertato che non si trovava in casa al momento dell’esplosione.

Tra i feriti si contano anche due vigili del fuoco, che facevano parte della squadra intervenuta nel pomeriggio a seguito della segnalazione della fuga di gas. Sono stati investiti dall’onda d’urto provocata dall’esplosione ma non hanno riportato gravi conseguenze. Rimasti feriti anche tre tecnici della Catania Rete Gas intervenuti per la perdita segnalata nella zona.
Secondo quanto ricostruito, intorno alle 19,30 una squadra di Vigili del Fuoco è intervenuta nell’area tra via Galermo e il viale Tirreno, nel quartiere di Trappeto Nord, in seguito ad alcune segnalazioni da parte dei residenti che avvertivano un forte odore di gas. Nel corso delle operazioni c’è stata la terribile esplosione della palazzina, con il materiale edilizio che ha investito l’intera squadra di tecnici del Gas.
Con ogni probabilità il gas si è infiltrato in un appartamento saturandolo e, con l’elettricità, c’è stata la detonazione.

Un boato fortissimo ha quindi squarciato il silenzio del quartiere, facendo crollare l’edificio e danneggiandone gravemente altri due. L’onda d’urto è stata avvertita anche in altre zone della città, seminando paura tra i cittadini.

Sul luogo dell’esplosione sono intervenuti i vigili del fuoco, la protezione civile, polizia e carabinieri. Anche il sindaco Enrico Trantino è arrivato sul posto. Oltre ai feriti, almeno 120 persone sono state evacuate dalla zona, tra cui una cinquantina di degenti di due strutture di assistenza vicine: una casa di riposo e l’Opera diocesana di assistenza (Oda).

Per evitare il rischio di nuove esplosioni, i vigili del fuoco hanno disattivato le linee elettriche in tutto il circondario.