Nasce la “Rete Salute G. Forti” di Arcigay Ragusa

150

L’inizio del 2025 segna un nuovo traguardo per Arcigay Ragusa: nasce la “Rete Salute G. Forti”, un’articolazione dell’associazione dedicata alla promozione della salute delle persone LGBTQIA+.

Ad annunciarlo è Giuseppe Lombardo, vicepresidente del comitato territoriale di Arcigay e referente della nuova Rete insieme alla dottoressa Claudia Calì del reparto Malattie infettive del Giovanni Paolo II. “Da tempo sentivamo la necessità di rafforzare la nostra presenza sul territorio offrendo un nuovo servizio di riferimento che promuova la salute e il benessere fisico e psicologico delle persone LGBTQIA+ e che offra un aiuto concreto nella prevenzione delle infezioni sessualmente trasmissibili”, spiega Lombardo.

La costituzione della Rete aggiunge un importante tassello ai servizi messi in campo da Arcigay Ragusa, affiancandosi agli interventi della Rete Scuola rivolti a studenti e docenti e ai servizi di ascolto psicologico e di supporto legale attivati nel 2023.

Tra le attività che la Rete Salute intende avviare vi sono l’offerta di informazioni sulla salute sessuale, servizi di screening extraospedalieri, l’orientamento verso le prestazioni garantite dal Servizio sanitario nazionale, la facilitazione dei percorsi di affermazione di genere per le persone trans* e non binarie, la creazione di percorsi di formazione che riguardino la salute in un’ottica intersezionale, per creare una comunità consapevole e garantire una prevenzione priva di giudizio sui comportamenti sessuali.

Sull’importanza di una corretta informazione quale strumento primario della prevenzione si sofferma Claudia Calì, sulla base della propria esperienza in Malattie infettive: “Pensare che l’HIV o malattie sessualmente trasmissibili come la sifilide siano scomparse è purtroppo un errore comune nell’opinione pubblica, che però costituisce il principale fattore di rischio per disinformazione e possibilità di contagio. Uno dei nostri obiettivi è quello di chiarire l’informazione non sempre adeguata che si trova online e avvicinare giovani e non giovani alla cultura della salute.”

Altro obiettivo prioritario della Rete Salute è l’abbattimento dello stigma che ancora oggi circonda le persone che vivono con HIV, e che spesso ne ostacola la possibilità di un’esistenza serena e perfettamente integrata nella società nonostante gli enormi progressi fatti dalla medicina con le terapie antiretrovirali.

In tal senso non appare casuale la scelta di dedicare il nome della Rete al giornalista Giovanni Forti, scomparso nel 1992. “Nell’ottica di valorizzare e non disperdere il contributo dato da molte persone LGBTQIA+ nella lotta contro lo stigma verso le persone che vivono con HIV, abbiamo deciso di dedicare la nuova Rete a Giovanni Forti, che fece coming out come gay e aderì al movimento di liberazione omosessuale ‑ afferma Lombardo. ‑ Quando nel 1987 scoprì di essere sieropositivo parlò pubblicamente della sua condizione: fu tra i primi in Italia a discutere e dare testimonianza della condizione sociale e umana della persona che vive con HIV o con AIDS.”

L’articolo del febbraio 1992 su “L’Espresso” nel quale Forti raccontò senza veli la sua malattia, ormai in fase avanzata, ebbe una forte influenza sul dibattito pubblico dell’epoca intorno all’AIDS e gli valse la copertina del settimanale. Forti morì poco tempo dopo all’età di 38 anni.