Vittoria, emergono alcuni dettagli sulla morte di Valentino Di Bona

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Emergono alcuni particolari, ma resta ancora avvolta nel mistero la morte di Valentino Di Bona, il vittoriese di 44 anni, sposato e con figli, deceduto all’ospedale Guzzardi di Vittoria il due gennaio scorso.  Qui l’uomo era stato portato intorno alle 4 del mattino del 1 gennaio per una presunta crisi dovuta ad una patologia di cui soffriva e per la quale,  sia in passato che di recente, aveva fatto ricorso alle cure dei medici.

Gli investigatori e i sanitari si sono trincerati dietro il più stretto riserbo, ma dalle poche informazioni acquisite sembra che l’uomo (sia al momento della presentazione all’ospedale che nel corso delle ore in cui è rimasto al Guzzardi) abbia sempre detto ai sanitari di avere forti dolori, classici della malattia. Non ha quindi mai parlato di un presunto pestaggio, se non pochissimo tempo prima che avvenisse il decesso. A quella notizia, i medici hanno proceduto ad effettuare una Tac dalla quale la milza è risultata spappolata e il suo fegato compromesso. Sul corpo dell’uomo, però, nessun livido o altri segni evidenti di violenza. 

Secondo alcuni esperti, la patologia di cui soffriva Di Bona (che lascia moglie e figli in tenera età) prevede che anche in caso di semplice contatto, persino involontario, la milza possa rompersi. Ma allora perché Di Bona avrebbe parlato ai medici di un pestaggio?

Intanto il magistrato competente ha posto sotto sequestro la salma e ha disposto l’esame autoptico e gli investigatori della Polizia di Stato hanno già interrogato i familiari con i quali Di Bona si sarebbe trovato nella notte fra il 31 dicembre e il 1 gennaio.  Sempre gli inquirenti hanno inoltre posto sotto sequestro la cartella clinica di Di Bona. 

L’uomo era abbastanza conosciuto in città anche perché, insieme alla famiglia, gestiva un negozio di ferramenta.