Trema Palazzo Bruno, protocollata sfiducia a Leontini

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I botti di fine anno, con oltre 24 ore di anticipo, hanno cominciato a scuotere le fondamenta di Palazzo Bruno, sede del Comune di Ispica. Stamani, il consigliere comunale di opposizione Serafino Arena ha presentato e protocollato la tanto vociferata mozione di sfiducia al sindaco Innocenzo Leontini, la stessa di cui si parla negli ambienti politici ispicesi da mesi, e su cui le minoranze, con qualche eccezione di cui a breve parleremo, oggi sono riuscite a far quadrato.

Ebbene, otto consiglieri: Serafino Arena, Pierenzo Muraglie, Giovanni Muraglie, Salvatore Milana, Angelo Galifi, Mary Ignaccolo, Angelina Sudano e Matilde Sessa hanno apposto la loro firma sul documento. Assenti molto ingiustificati seguendo le logiche politiche, partitiche e le tante dichiarazioni in aula in cui hanno espresso pareri negativi sull’operato del primo cittadino e della sua compagine politico-amministrativa, tre consiglieri, sulla carta sempre di opposizione: Paolo Monaca, Gianni Stornello e Carmelo Oddo.

La posizione che balza maggiormente agli occhi come una contraddizione in termini è quella del consigliere Stornello, rappresentante del Partito Democratico ispicese, che stando a quelle che sono le logiche puramente politiche avrebbe dovuto sottoscrivere il documento, e invece proprio nell’ultima seduta del civico consesso con all’ordine del giorno le variazioni di bilancio ha espresso parere positivo, al pari del consigliere Monaca, fornendo un buon assist alla governance di Palazzo Bruno.

Oggettivamente, senza entrare nel merito, a primo acchito stride certamente che un consigliere del PD non solo voti un atto strategico presentato dall’amministrazione in tema di strumenti finanziari, ma non firmi una mozione di sfiducia nei confronti di un sindaco dichiaratamente di Forza Italia.

Attendiamo che il PD stesso a livello locale, ma a questo punto anche a livello provinciale, ci fornisca la chiave di lettura che ad oggi stenta ad essere così immediata!

In queste ore è giunta una dichiarazione trasmessa a mezzo mail in redazione, con cui il consigliere Carmelo Oddo dichiara che: “La firma sulla mozione di sfiducia è un atto meramente formale, l’unica cosa che conta è il voto in aula, dove ognuno di noi consiglieri si assumerà effettivamente le proprie responsabilità. Pertanto la mia firma sulla mozione sarà assente, in quanto atto formale utile solo a qualcuno ad attestarsi medaglie e glorie rilevanti solo a fini elettorali, ma il voto in aula sarà favorevole senza tentennamenti. E cioè voto favorevolmente per mandare il Sindaco Leontini a casa, come tra l’altro ribadito in Consiglio Comunale sabato mattina“.

Tecnicamente, dopo l’avvenuto protocollo, il presidente del consiglio comunale di Palazzo Bruno ha trenta giorni di tempo per la convocazione del consiglio comunale con un solo punto all’ordine del giorno, ossia la sfiducia al sindaco e conseguentemente alla sua giunta. Nei fatti, le firme degli otto consiglieri non sono sufficienti a mandare a casa Leontini (ne servono dieci), ma vanno bene per portare il punto in aula che, a maggioranza, si esprimerà. Dunque si potranno aggiungere ulteriori firme in sede di discussione del punto in occasione della seduta che sarà convocata ad hoc.

Che gli otto consiglieri fossero determinati nel perseguire la loro visione politica era di dominio pubblico, hanno atteso che anche gli altri tre consiglieri si unissero all’azione, ma non avendo ricevuto riscontri, sino ad oggi, non hanno voluto tergiversare oltre e sono andati dritti per la loro strada, definendo una volta per tutte la loro posizione chiara e insindacabile.

A questo punto, i tre sono stati messi dinnanzi il fatto compiuto e dovranno decidere, argomentando dinnanzi la città e i cittadini, le rispettive posizioni sull’atto di sfiducia a Leontini che, da oggi, non è più paventato, ma ha un suo iter ufficiale.