“Senza confini” di Franca Schininà, la mostra fotografica a Modica

57
Marovoay (Madagascar), novembre 2004. Credit Franca Schininà

Giovedì 19 dicembre alle 18 verrà inaugurata a Modica, nella sede della Società Operaia di Mutuo Soccorso, la mostra fotografica di Franca Schininà “Senza confini”. L’opening sarà introdotto dai saluti di Giorgio Solarino, presidente dell’ente che ospita la rassegna, e della sindaca di Modica Maria Monisteri. A seguire gli interventi di Grazia Dormiente, scrittrice ed etnoantropologa, e di Domenico Pisana, scrittore e poeta.

Nella stessa occasione sarà presentato il libro pubblicato con lo stesso titolo, Senza confini, da Navarra Editore, che raccoglie oltre 400 scatti realizzati da Schininà in quarant’anni di viaggi da un capo all’altro del mondo, dalla Sicilia all’Africa, dal Perù allo Yemen, dalla Cina al Brasile, dal Vietnam alla Patagonia, dal Giappone al Tibet, dall’India al Guatemala e alla Palestina.

Franca Schininà è originaria di Caserta, ma da sempre vive e lavora a Ragusa, sua città di adozione. Allieva di Giuseppe Leone, dal 1980 ha utilizzato l’obiettivo della macchina fotografica per raccontare, rigorosamente in bianco e nero, un mondo che vorrebbe senza confini, ma che è dilaniato dalle ingiustizie e dalle disuguaglianze. Il tratto comune a molti dei suoi lavori ‑ l’attenzione alla persona umana e ai contesti sociali ‑ l’ha resa protagonista a più riprese di importanti iniziative per i diritti umani.

La prima esperienza negli ospedali psichiatrici, il reportage fotografico “Emarginazione e solitudine” del 1983, rappresenta il primo contatto dell’autrice con la sofferenza umana e l’abbandono. Da qui nasce il bisogno di guardare oltre, di continuare a interrogarsi sul perché di tanto dolore, che porterà la sua ricerca personale e artistica a espandersi ed esplorare altri luoghi.

“In questi quarant’anni ho continuato ad andare per il mondo e purtroppo, con sgomento, ho annotato l’immane ingiustizia che circonda l’umanità, perpetrata sempre nei confronti dei più deboli, di coloro che non hanno la forza, la possibilità di difendersi, reagire, ribellarsi – racconta la fotografa. – Quale migliore opportunità di un obiettivo per scoprire questa ingiustizia, bloccarla in un fotogramma che permetta di comunicarla al mondo intero, far conoscere una realtà da molti ignorata o, peggio, dimenticata?”

Il libro fotografico, un volume di 450 pagine, si articola in quattro parti, ognuna dedicata a un continente ‑ America, Europa, Africa e Asia ‑ e accompagnata da un breve testo di Franca Schininà che racconta i luoghi e riassume le sue sensazioni.

“Ho sentito la necessità di pubblicare questo volume per lasciare dei messaggi, come in un testamento, per trasmettere le mie sensazioni, le mie emozioni, le mie esperienze attraverso il mio cuore ed entrare nel cuore di chi lo sfoglia, di chi osserva quei volti, quegli sguardi carichi di perché senza risposte – spiega. – Il mio augurio più forte, ad ognuno di voi, è di non vedere mai confini, ma solo e sempre orizzonti.”

Il ricavato delle vendite del libro è stato interamente destinato dall’autrice all’Associazione Progetto Missione Madagascar Odv, di cui è socia fondatrice. In circa vent’anni l’associazione ha realizzato in Madagascar importanti opere per migliorare le condizioni di vita soprattutto dei bambini. Attualmente sostiene circa sessanta bambini nell’ambito del “Progetto Nutrizione”.

La mostra che si inaugura giovedì 19 nelle sale di Corso Umberto I 157 espone 130 fotografie suddivise per Paese, con molte stampe originali di Giuseppe Leone. Sarà aperta fino al 18 gennaio dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.30.