Sindacati, istituzioni e forze politiche di Ragusa insieme su Versalis

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Sindacati, Amministrazione comunale e deputazione regionale iblea. Tutti uniti nella vicenda Versalis. Oggi un documento a firma di Filippo Scollo, Filacm Cgil Ragusa; Giuseppe Roccuzzo, segretario Cgil Ragusa; Giuseppe Scarpata, Uiltec Sicilia; Giovanni D’Avola, segretario Uil Sicilia; Giorgio Stracquadanio, responsabile Cna Fita Sicilia; Peppe Cassì, sindaco di Ragusa e i deputati regionali Stefania Campo e Nello Dipasquale. Il documento è indirizzato ai vertici Eni, al governo regionale e al governo nazionale. Ecco il testo:

“Il presente documento si rivolge ai vertici di Eni, al governo regionale e a quello nazionale, con l’obiettivo di sensibilizzare e sollecitare un intervento concreto per garantire la continuità del sito industriale Versalis di Ragusa. Questo stabilimento, con una storia che abbraccia oltre 70 anni di attività industriale, rappresenta un pilastro fondamentale per l’economia locale e regionale.

La recente decisione di Eni di fermare la produzione di polietilene e di dismettere il sito di Ragusa solleva gravi preoccupazioni per il futuro del territorio e della sua comunità, che rischiano di subire un impatto devastante se non si interviene tempestivamente con un piano di investimento adeguato anche in un’ottica di riconversione industriale del sito.

Lo stabilimento di Ragusa impiega attualmente 121 dipendenti diretti di Versalis e supporta 135 imprese individuali nella logistica del trasporto polietilene, altrettanti sono i lavoratori nell’indotto.

Tra questi, sono compresi settori cruciali per l’economia locale, come la meccanica di precisione, l’elettro strumentale, il facchinaggio e le pulizie. La chiusura del sito comporterebbe la perdita di questi posti di lavoro, con conseguenze devastanti per le famiglie e l’economia locale, amplificando la disoccupazione e provocando una serie di effetti a catena che coinvolgerebbero anche le piccole e medie imprese del territorio.

Il sito di Ragusa vanta una lunga e prestigiosa storia industriale, iniziata nel 1955 con la costruzione del petrolchimico e il primo avviamento degli impianti nel 1959. Da allora, ha attraversato diverse fasi di sviluppo e riconversione, contribuendo in modo significativo alla produzione di polimeri e all’estrazione di risorse minerarie dal sottosuolo siciliano. Eni ha svolto attività di estrazione petrolifera a Ragusa per oltre 70 anni, e le risorse generate da questa attività hanno avuto un impatto cruciale sull’energia e sull’economia regionale.

La presenza di questo polo industriale ha contribuito significativamente alla crescita della economia cittadina. Ubicato all’esterno del perimetro urbano e non interferente con il paesaggio e con le peculiari caratteristiche urbanistiche della città, non è stato d’ostacolo al conseguimento di importanti riconoscimenti, come l’inserimento dell’intero centro storico di Ragusa tra i siti patrimonio dell’UNESCO. Dimostrazione di come possano convivere settori industriali e presidi culturali d’eccellenza nello stesso territorio.

Le produzioni del sito Versalis di Ragusa hanno dato vita anche a una solida e importante filiera industriale che si è sviluppata attorno al sito stesso. Un numero significativo di imprese locali, tra cui quelle impegnate nella trasformazione del polietilene per uso agricolo, ha potuto beneficiare della disponibilità di materia prima fornita direttamente dal sito di Ragusa. La chiusura della produzione di polietilene avrà inevitabilmente conseguenze negative su queste imprese locali, che dipendono direttamente dall’approvvigionamento costante di materiali per le loro attività produttive.

Nonostante il piano di riconversione della chimica di base proposto da Eni per altri stabilimenti, nel quale non entriamo nel merito perché oggetto di valutazioni che al momento si svolgono a carattere nazionale, Ragusa rimane l’unico sito in dismissione senza un programma di investimento definitivo e concreto. Questo rappresenta una grave ingiustizia per un territorio che ha dato tanto in termini di risorse e produzione.

Gli altri stabilimenti sono stati inclusi in un piano di riconversione che prevede investimenti significativi, pari a circa 2 miliardi di euro, ma Ragusa non ha ricevuto alcuna garanzia occupazionale o investimento simile. Questo squilibrio non solo mina la stabilità economica del nostro territorio, ma accresce il senso di abbandono e di ingiustizia tra le persone che hanno dedicato la propria vita al sito di Ragusa.

Ragusa ha una forte vocazione industriale, caratterizzata da un modello di piccole e medie imprese che ha contribuito alla creazione di una delle economie più solide dell’intero territorio siciliano.

Questo tessuto imprenditoriale ha permesso alla regione di svilupparsi economicamente e socialmente, creando posti di lavoro e benessere per la comunità locale. L’industria chimica e petrolchimica, come quella rappresentata dal sito Versalis, ha da sempre svolto un ruolo fondamentale nel garantire prosperità a questa area.

Chiediamo con forza una continuità industriale del sito Ragusa, che assicuri la continuità produttiva e occupazionale, tanto per i dipendenti diretti quanto per l’indotto. La certezza della produzione industriale è cruciale non solo per mantenere i livelli occupazionali, ma anche per garantire un futuro di sviluppo economico e sociale per il territorio. La comunità di Ragusa merita risposte chiare e tempestive per evitare che la chiusura del sito si trasformi in un dramma per il suo futuro.

La chiusura del sito Versalis di Ragusa senza un adeguato piano di riconversione rappresenterebbe una catastrofe sociale ed economica per l’intero territorio. Il rischio di perdere un patrimonio industriale e occupazionale che ha fatto la storia di questa zona è troppo alto, e non possiamo permetterlo. È quindi imperativo che Eni e le autorità competenti considerino con serietà le nostre richieste e lavorino insieme per trovare una soluzione che garantisca la continuità industriale e occupazionale di Ragusa, rispettando il contributo storico e l’importanza strategica di questo sito.

In questo senso si è espresso anche Sua Eccellenza il Vescovo di Ragusa, che ha auspicato vivamente una soluzione che preservi i posti di lavoro e la stabilità economica delle famiglie.

In un momento in cui la sostenibilità e la transizione energetica sono temi centrali, chiediamo che Ragusa possa essere inclusa in un piano di sviluppo che garantisca un futuro industriale sicuro e sostenibile, capace di rispondere alle sfide del presente e del futuro”.