L’Associazione Don Bosco 2000 è pronta ad accogliere la bambina sopravvissuta al naufragio di Lampedusa.
La piccola è arrivata stamattina all’alba, da sola, in Sicilia su una barca che era stata soccorsa dall’ong Trotamar III. Originaria della Sierra Leone, la bimba, che si ipotizza abbia circa dieci anni, si trovava su una piccola imbarcazione partita dalla città di Sfax, in Tunisia, lo scorso 8 dicembre.
Restano da chiarire le circostanze per cui la bambina si trovasse completamente sola. Al momento la piccola risulterebbe l’unica sopravvissuta a un naufragio che si sarebbe verificato tre giorni fa. È riuscita a sopravvivere aggrappandosi a una camera d’aria e indossando un giubbotto di salvataggio.
La barca in metallo sulla quale si trovava, assieme ad altre 44 persone, sarebbe infatti affondata a causa di una tempesta in mare, stando a quanto ricostruito dalla superstite nel suo racconto.
“Don Bosco 2000, con la sua rete di accoglienza- si legge nella nota diffusa dall’associazione- si rende immediatamente disponibile ad accogliere, e se necessario anche adottare, la bambina di 11 anni sopravvissuta al naufragio al largo di Lampedusa. Offriremo alla bambina un luogo sicuro, supporto e affetto per aiutarla a ricostruire la sua vita e il suo futuro”.
“Esprimiamo la nostra più profonda solidarietà a tutte le vittime di questa tragedia e alle loro famiglie. Ogni vita persa nel Mediterraneo è una ferita che riguarda tutti noi, un dramma che ci richiama alla necessità di un cambiamento urgente. Questa ennesima tragedia ci obbliga a riflettere sul fallimento delle attuali politiche migratorie. Non possiamo più permettere che il Mediterraneo continui a essere un cimitero” afferma Agostino Sella, presidente di Don Bosco 2000.
“Questa bambina, che ha vissuto il dramma della perdita e della disperazione- ha aggiunto- rappresenta il simbolo di una crisi umanitaria che non può più essere ignorata. Come Don Bosco 2000 ribadiamo il nostro impegno nel fornire accoglienza dignitosa e percorsi di speranza per chi fugge da condizioni inumane. Tuttavia, non possiamo farlo da soli: serve uno sforzo collettivo di solidarietà, in cui ciascuno possa fare la propria parte per rispondere a un’emergenza che riguarda l’intera umanità.
Chiediamo con forza al Governo italiano e all’Unione Europea di agire immediatamente per fermare queste morti evitabili. È necessario il ritorno di un’operazione come Mare Nostrum, che in passato ha dimostrato che salvare vite umane è possibile. Non si comprende- ribadisce Agostino Sella- perché questa missione sia stata interrotta, lasciando il posto a politiche inefficaci, che aggravano le sofferenze di chi cerca salvezza”.