A Vittoria un murale per ricordare La Torre e Mattarella

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C’era anche Andrea Mattarella, nipote di Piersanti, all’inaugurazione del murale realizzato a Vittoria e raffigurante sia suo nonno che Pio La Torre. L’opera è stata realizzata dall’artista Salvatore Ligama sulla parete laterale dell’edificio di via Gaeta che ospita la sede della Polizia Municipale (e che fino a qualche anno fa ospitava il Tribunale di Vittoria).

L’iniziativa nasce da un’idea del presidente della “Federazione Federico II” di Palermo, nonché presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Gaetano Galvagno e dal deputato regionale Nello Dipasquale, deputato questore e componente di amministrazione del Consiglio dell’associazione Federico II.

Erano presenti, tra gli altri, il senatore Salvo Sallemi, il deputato nazionale Anthony Barbagallo (entrambi componenti della Commissione Parlamentare Antimafia), il deputato regionale Stefania Campo oltre che i vertici delle forze dell’ordine e le autorità civili e militari.

“Vi ringrazio per questo caloroso benvenuto” ha detto un emozionato Andrea Mattarella, aggiungendo: “ribandendo quanto detto dal sindaco e dall’on. Dipasquale, sottolineo che la lotta alla mafia è trasversale, appartiene a tutti. Mi piace rimarcare come anche le persone che noi oggi ricordiamo avessero un rapporto di stima reciproca e di particolare intesa su temi importanti, nonostante le notevoli distanze ideologiche. Oggi come ieri, quindi, la lotta alla mafia è un tema che deve unire. Sono felice che ci siano tanti ragazzi perché loro debbono essere i protagonisti di questa battaglia. Nel suo ultimo discorso all’assemblea, mio nonno dedicò loro un pensiero dedicato alla speranza e alla voglia che potessero avere un futuro lontano e libero dalle mafie, restando nella nostra terra”.

“Il nostro claim- ha aggiunto Galvagno- è ‘le strade da seguire’ perché la nostra è una contrapposizione a tutti coloro i quali non fanno altro, anche con una brutta cinematografia, che esaltare i personaggi negativi come i narcotrafficanti e i mafiosi. Il risultato? I giovani conoscono questi miti negativi piuttosto che la storia di chi ha sacrificato la propria vita per contrastare il fenomeno mafioso. Per questo, con Dipasquale, ci siamo chiesti cosa potessimo fare come Fondazione. Abbiamo quindi ritenuto di poter avere dei presidi di legalità anche attraverso le immagini e abbiamo pensato di crearne uno per provincia. Nel frattempo, l’iniziativa ha riscosso successo e oltre 30 sindaci hanno già messo a disposizione degli spazi.”