Sabato 23 novembre, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne e di genere, si svolgerà a Ragusa la manifestazione provinciale indetta dalla Rete 25 Novembre.
Il corteo muoverà da Villa Margherita alle 17 per raggiungere il PalaPadua, in via Zama, dove si terranno gli interventi delle associazioni che gestiscono sportelli e centri antiviolenza, ma anche reading e contributi musicali.
Per il secondo anno, dunque, anche Ragusa si mobilita insieme alle tante città italiane che, nello stesso giorno, ospiteranno manifestazioni locali e nazionali per dire no alla violenza di genere. Non un fenomeno occasionale o eccezionale, ma un fenomeno sistemico, profondamente radicato nella società a tutti i livelli, senza distinzioni di classe, età o nazionalità. La tragica conta di femminicidi, stupri e molestie riportata quotidianamente dai mezzi di informazione ne testimonia la gravità e pervasività. Secondo i dati del Ministero dell’Interno aggiornati al 3 novembre, da inizio anno i femminicidi in Italia sono stati 96, di cui 82 in ambito familiare e affettivo.
La Rete 25 Novembre, costituita da associazioni, partiti, sindacati, gruppi informali e singole persone della provincia, ha scelto come parola chiave della mobilitazione ragusana “autodeterminazione”, che consente di tenere insieme i diversi temi che si vogliono portare in piazza, dalla libertà di scelta sul proprio corpo, alla libertà dalla violenza di genere nelle sue diverse declinazioni – sessuale, fisica, psicologica, economica –, all’autodeterminazione dei popoli oppressi.
“Scendiamo in piazza unit* dalla convinzione che la lotta contro la violenza non è mai una questione individuale, ma un atto collettivo di responsabilità civile che riguarda tutta la società”, spiegano le organizzatrici. “La parola d’ordine che abbiamo scelto per questo 25 novembre è ‘autodeterminazione’, perché solo attraverso la piena libertà di scelta possiamo costruire un mondo libero dalla violenza. Stiamo assistendo in questi mesi all’intensificarsi della violenza in Europa e in Medio Oriente, al genocidio del popolo palestinese, all’appropriazione illegittima di interi territori e alla devastazione del pianeta. Il sistema patriarcale – proseguono ‑ diffonde morte e distruzione in tutta la società. In occasione della giornata contro la violenza di genere vogliamo ricordare anche altre forme di oppressione legate al patriarcato. Riconoscere e collegare queste forme è un lavoro politico fondamentale del femminismo intersezionale.”
Al centro del manifesto prodotto dall’assemblea della Rete 25 Novembre c’è la ferma opposizione alla violenza di genere anche nelle sue espressioni istituzionali. “La progressiva erosione del diritto all’aborto, la retorica neo-patriottica della natalità e della maternità, la criminalizzazione della gestazione per altri come reato universale sono alcuni esempi della violenza di genere di matrice statale”, si legge nel documento politico. “Non fa meglio dello Stato la Chiesa cattolica, con un papa che definisce sicari i/le medic* che praticano l’interruzione volontaria di gravidanza, criminalizzando, con un’inaccettabile ingerenza, chi adempie a una legge dello Stato italiano.” Concetto chiaramente espresso anche nello slogan della manifestazione: “Violenza maschile, Violenza di Stato. Liberiamoci dal patriarcato”.
“Di fronte a questo scenario sconfortante – concludono le organizzatrici – è quanto mai urgente mettere all’opera tutti gli strumenti di cui disponiamo per ricostruire una società più vivibile, libera e giusta: la nostra capacità di tessere relazioni e reti di solidarietà, la creazione di spazi sicuri e accessibili per tutt*, lo sguardo intersezionale che ci permette di riconoscere la stratificazione delle oppressioni basate su genere, classe, disabilità, colore e provenienza geografica. In una società votata all’individualismo, all’alienazione e alla frammentazione, ricomporre le lotte è la sola possibilità che ci resta per iniziare la ricostruzione.”
Sui canali social della Rete 25 Novembre è possibile seguire gli aggiornamenti sulla giornata del 23 novembre: FB / IG