Istituire un tavolo tecnico apposito con i rappresentanti sindacali e della ditta avente ad oggetto la riqualificazione degli stabilimenti di Ragusa e Priolo. A chiederlo, i deputati regionale Ignazio Abbate e Giuseppe Carta che ha dichiarato: “anche se non posso esserci fisicamente per impegni improrogabili che mi impongono di presiedere alla seduta odierna della prima commissione Affari Istituzionali, voglio esprimere tutta la mia vicinanza ai lavoratori della Versalis che stanno manifestando per il loro diritto al lavoro”.
“Insieme agli altri parlamentari iblei- aggiunge- abbiamo chiesto un’audizione congiunta con la Commissione Ambiente e Territorio e con la Commissione Attività produttive per approfondire la tematica. I lavoratori devono sapere che il mondo politico si sta mobilitando in loro difesa “.
“Siamo a fianco dei lavoratori di Versalis e di tutto l’indotto e ci batteremo con tutte le nostre forze per salvaguardare il futuro di tantissime famiglie che da anni vivono grazie alla presenza dello stabilimento”. Così la deputata regionale del M5S, Stefania Campo, che questa mattina ha preso parte alla manifestazione indetta dai sindacati per scongiurare la chiusura degli impianti il prossimo 31 dicembre.
“Oltre all’Ordine del giorno approvato giovedì scorso all’Ars – dice Campo – chiediamo che si possa convocare presto anche l’audizione congiunta della III e IV Commissione affinché tutti i deputati e i gruppi parlamentari possano prendere parte ad una discussione che doveva essere programmata per tempo. Adesso si rischia una pressione sociale senza eguali pertanto chiediamo a Schifani di intervenire perché sia individuato un percorso alternativo alla dismissione degli impianti in un’ottica di riconversione ecologica con un piano graduale e sostenibile in grado di garantire i livelli occupazionali”.
Intanto sulla questione è intervenuta anche la CNA che ha scritto una lettera aperta ai deputati regionali del territorio di Ragusa avente per oggetto la vertenza Versalis.
“La chiusura dello stabilimento di Ragusa, programmata per il prossimo 31 dicembre – è scritto nella missiva firmata dal presidente territoriale Cna Ragusa, Giuseppe Santocono, dal segretario territoriale Carmelo Caccamo, dal presidente Cna Fita Sicilia, Saro Tumino, e dal responsabile regionale Cna Fita Sicilia, Giorgio Stracquadanio – preoccupa seriamente l’intero territorio ibleo. Si dice che diventerà un centro direzionale. In questi casi la prima preoccupazione va, come è giusto che sia, verso i posti di lavoro dei dipendenti che andranno perduti. Ma non possono e non devono cadere nel dimenticatoio le tante piccole imprese e i loro lavoratori che fanno parte dell’indotto: tre consorzi di autotrasportatori composti da 135 padroncini, con un parco circolante di oltre 200 mezzi e con oltre 100 dipendenti, hanno la stessa dignità dei lavoratori dell’Eni”.
“Le centinaia di attività di riparazione, di fornitura di mezzi di ricambio, di gommisti che danno un servizio al settore dei trasporti industriali – continua il documento – che fine faranno? Qui sono a rischio milioni di euro di fatturato, di reddito e di lavoro. Questo mondo non può essere ignorato. Di fronte a ciò la Regione non può rimanere indifferente. Alla luce di ciò riteniamo opportuno che i parlamentari regionali di questa provincia sollecitino le istituzioni regionali ad attivare un tavolo di confronto con il governo nazionale, l’Eni, e le organizzazioni di categoria e sindacali”.