“Con questo dono- ha detto padre Converso- Russotto ha voluto esprimere non solo l’attaccamento alla sua città Natale ma anche la devozione che, da buon vittoriese, nutre nei confronti di San Giovanni Battista. Le chiavi, riconosciute come simbolo di potere e di autorità, in genere vengono date a quelli che sono giudicati degni di fede. Per chi consegna le chiavi, esse sono simbolo di fiducia e di fede nell’amministratore e per chi le riceve, che sarebbe in questo caso il Santo Patrono, sono simbolo di responsabilità. In tempi come quelli che stiamo vivendo ecco un messaggio antico e sempre nuovo che si ripete con la speranza non solo di essere capiti ma anche di capire e agire di conseguenza. Grazie Eccellenza per questo suo gesto che ci spinge a rinnovare la nostra fede in Gesù Cristo e il rispetto verso colui che lo indicò come l’agnello di Dio che toglie il peccato del mondo. Tutto questo, mi creda, ci fa tanto bene perché abbiamo bisogno in questi tempi di smemoratezza di ricordare quali sono i punti fermi sui quali possiamo contare per costruire, ancora una volta, la famosa e importante civiltà cristiana”.
“Questa chiave, che avevo promesso a San Giovanni- ha spiegato mons. Russotto- l’abbiamo trovata con un circuito di amici da un antiquario di Milano. L’hanno datata 1910 ed è una chiave di antiche porte delle città o di ‘carretteria’. È rivestita di argento massiccio 900. Ringrazio padre Converso per aver accolto subito questa mia offerta e per la squisita gentilezza con la quale ha accompagnato questo gesto. Avendo dimenticato il mio pastorale di Vescovo ho portato, e credo sia la prima volta nella storia, il pastorale di San Giovanni quando esce. Ho avuto questo privilegio unico”.
La chiave è stata poi benedetta dallo stesso Vescovo Russotto in quanto “simbolo del potere dell’autorità che, come Patrono, San Giovanni Battista, esercita sulla nostra città ed è segno della nostra devozione filiale. Un simbolo- ha aggiunto- dell’appartenenza di tutto il popolo vittoriese a te, precursore di Cristo”.