L’impianto che ha fatto la storia industriale di Ragusa fermerà i propri impianti il 31 dicembre prossimo e verrà dismesso. Questa è la volontà dei vertici di Versalis, storica ABCD e poi ancora Polimeri Europa di contrada Tabuna. I sindacati e le istituzioni stanno tentando tutte le interlocuzioni possibili affinché l’impianto possa continuare a restare produttivo ma la volontà dell’azienda sembra essere chiara e al momento le possibilità che possa continuare la produzione di polietilene restano pressoché nulle. E’ quanto, al di là delle prese di posizione, delle dichiarazioni ufficiali, filtra da chi ha il vero polso della situazione. Delle 120 persone che al momento lavorano all’interno, si valuterà chi potrà andare in pensionamento anticipato, mentre gli altri avranno comunque garantito il posto di lavoro, senza ricorso agli ammortizzatori sociali. Al momento non si sa né dove, né con quali mansioni.
Emblematico il commento di uno degli storici dipendenti dell’azienda che su facebook si è così espresso: “Per la città di Ragusa non è stata mai un simbolo di inquinamento ambientale, vista la sua posizione periferica e ben nascosta. E’ stato un simbolo, fin dagli anni ‘50 del secolo scorso, di sviluppo economico. Ha dato sicurezza occupazionale ed economica a migliaia di famiglie, è stata sempre simbolo di un territorio che ha dato risorse energetiche (barili di petrolio) all’intera nazione, è stata sempre simbolo di sviluppo tecnologico per il sistema produttivo nazionale (brevetto sulla produzione del polietilene). E’ stata simbolo di una sicurezza economica per le famiglie del territorio, perché ha prodotto una economia certa che ha dato sviluppo urbanistico al patrimonio immobiliare della città, ha dato sicurezza economica alle famiglie che hanno investito sullo sviluppo culturale dei giovani, permettendo alle famiglie di poter mantenere i figli nei migliori atenei nazionali. Speriamo che continui a rappresentare sempre un punto di riferimento di sviluppo e non di recessione. La collettività la deve difendere senza SE e senza MA. Le alternative di sviluppo ci sono l’ENI con i suoi dirigenti e con i suoi “cervelli” anziché abbandonare un territorio perché non si può spremere più, crei l’alternativa per mantenere il sito produttivo e i livelli occupazionali. Anziché dismettere bisogna investire. Il territorio Ragusano ha le credenziali giuste la sua storia lo dimostra. Quindi se si investe nel modo giusto l’ENI continuerà ad avere i giusti ritorni economici. Il territorio lo merita. E’ uno dei pochi territori che non ha mai rivendicato ASSISTENZIALISMO ma ha sempre rivendicato lavoro e investimenti, onorando sempre gli impegni assunti”. Ma, ripetiamo, al momento le speranze che la produzione continui sono veramente ridotte al lumicino.