Domani 3 novembre, alle 18.30 al The Globe di Ragusa, verrà presentato il libro di Evelina Barone “Settemila Battute” (Kromato Edizioni, 2024).
Il volume raccoglie quattordici racconti brevi della scrittrice ispicese, accompagnati dalle illustrazioni di Guglielmo Manenti. Un piccolo libro prezioso che nasce da un’opportunità e da una sfida: condensare una storia in sole settemila battute, spazi inclusi.
È infatti questa la richiesta che è stata fatta a Evelina Barone da Franca Antoci, vice-caposervizio de “La Sicilia”, quando le ha proposto di pubblicare i suoi racconti sulle pagine del giornale. Settemila battute come spazio a disposizione di ciascuna storia, settemila battute come limite ma anche come possibilità di misurarsi con l’atteggiamento della scrittrice. Cioè, come dice la stessa Barone nella Nota introduttiva, “farsi sentinella, fiutare la possibilità di una storia ovunque […], mettere a fuoco un obiettivo narrativo dentro al quotidiano, tra le cose della vita”.
E poi, individuata la storia, delineati i tratti dei suoi protagonisti, cimentarsi in un difficile esercizio di sintesi, tagliare il superfluo, filtrare l’essenziale e restituirlo in una narrazione efficace, che dall’incipit mira al finale con un orientamento verticale, come vuole la regola di questa forma letteraria.
Rivelare la profondità nell’essenzialità è l’obiettivo che Barone consegue nei suoi racconti, un mosaico di storie annidate nei margini della Storia che l’autrice recupera e disvela grazie a un lungo lavoro di ricerca.
Sono storie di donne, o storie narrate attraverso lo sguardo di personaggi femminili. Alcune di esse hanno lasciato un’impronta lieve, appena percettibile, nelle cronache del loro tempo, come Concetta Margetti, moglie del ben più noto Claude Eatherly, l’ufficiale statunitense che effettuò la ricognizione precedente al lancio della bomba su Hiroshima. O come Nina Siciliana, la prima poeta in lingua volgare vissuta alla fine del Tredicesimo secolo, dei cui versi è rimasta traccia nella corrispondenza con il poeta Dante da Maiano. Altre sono donne del tutto invisibilizzate, esistenze non rappresentate né rappresentabili perché estranee ai codici della storia ufficiale (e di chi la scrive).
A tutte loro Barone restituisce un posto e uno spazio, sia pur breve. Attraverso le sue parole, talvolta liriche, talaltra crude, sempre ricercate, l’autrice regala a queste donne “settemila battute di immortalità”, come sottolinea nella bella Prefazione al volume Roselina Salemi.
Al contempo, attraverso le loro piccole storie Evelina Barone riporta alla memoria le trame di una storia più generale, intessuta di violenza e sopraffazione, come quella della strage di Passo Gatta del 1921 a Modica, o quella, esattamente cento anni dopo, di Zahira Esmaili, impiccata nel 2021, una delle tante donne iraniane perseguitate e giustiziate dal regime.
I disegni di Guglielmo Manenti si muovono nella stessa direzione della sintesi e della condensazione: giocando sulla sovrapposizione dei piani, ognuno segue il filo della narrazione e lo compone in una tavola, una sinossi visuale che non è puro ornamento al testo, ma rispecchiamento puntuale in un linguaggio differente, quello dell’arte.
Domani al The Globe, in via Spampinato 12, interverranno insieme all’autrice Guglielmo Manenti e Maria Rita Mauroni, che leggerà alcuni brani del libro.