Il 31 ottobre 1980 la cittadina di Giarre e l’Italia intera furono scosse dal ritrovamento dei corpi di due giovani, Giorgio Agatino e Toni Galatola, 25 anni il primo, 15 il secondo.
I ragazzi, scomparsi da 14 giorni, furono trovati abbracciati sotto un albero di limoni. Causa del decesso: colpi di pistola alla testa. L’arma del delitto fu ritrovata poco distante dai cadaveri.
In paese erano conosciuti come gli “ziti”, e spesso appellati con termini dispregiativi da quando avevano iniziato a vivere apertamente la loro relazione sentimentale.
Sebbene non sia mai stato individuato il responsabile di quelle morti – tra omertà, vergogna e false piste -, fu subito evidente che si trattava di un duplice omicidio a sfondo omofobico.
Nei giorni successivi al ritrovamento il paese alla periferia di Catania fu invaso da giornalisti e reporter. Fu così che quello che sarebbe passato alla storia come il “delitto di Giarre” ebbe un’eco vastissima, costringendo gli italiani a fare i conti, per la prima volta, con la propria omofobia.
Negli stessi giorni, come reazione all’assassinio di Giorgio e Toni nacque a Catania una sezione del Fuori! (Fronte unitario omosessuale rivoluzionario italiano), la prima della Sicilia sudorientale. Poco dopo, il 9 dicembre 1980, fu fondato a Palermo il primo circolo Arci di cultura omosessuale in Italia, cioè il primo seme di Arcigay, che nel giro di pochi anni avrebbe visto germinare decine di comitati nel resto del Paese, gettando le basi per la nascita del movimento Lgbtqia+.
Solo 42 anni dopo anche Giarre si sarebbe riconciliata con questa storia di discriminazione e violenza. Il 9 maggio 2022 il Comune ha apposto una targa in memoria dei due giovani fidanzati all’ingresso della biblioteca civica.
Ricordare Giorgio e Toni a distanza di 44 anni è un’occasione per soffermarsi a riflettere su quanta strada è stata fatta in direzione del riconoscimento dei diritti civili e quanta ancora ne resta da fare per raggiungere una piena uguaglianza. Una riflessione importante in un tempo in cui i diritti acquisiti sono minacciati dal vento omofobico che ha ripreso a soffiare in diversi Paesi europei tra i quali, sempre più in prima linea, proprio l’Italia.