Ragusa, approvata mozione PD su Registro comunale di genere

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Foto credit Studio Fos

Passa la mozione presentata dai consiglieri dem Calabrese e Chiavola sul riconoscimento dell’identità alias per le persone trans* e di genere non conforme (TGNC). Con 18 voti favorevoli su 18 presenti in aula al momento della votazione, il documento approvato ieri pomeriggio in Consiglio impegna il Sindaco e la Giunta all’istituzione del Registro comunale di genere, che consentirà a cittadine/i e dipendenti dell’amministrazione che non si riconoscono nel genere assegnato alla nascita di ottenere documenti con il nome da loro scelto (alias) e non più con quello anagrafico.

Si tratta di un profilo temporaneo utilizzabile solo per alcuni documenti di competenza del Comune, come l’abbonamento ai mezzi di trasporto, le tessere delle biblioteche civiche e i documenti di riconoscimento per le/i dipendenti, quali badge, credenziali di posta elettronica ecc., senza un effettivo valore legale (non riguarda ad esempio buste paga o atti amministrativi), da usare in attesa che si compia il lungo e difficile procedimento per la rettifica del genere sui documenti anagrafici. L’obiettivo è di ridurre le situazioni di disagio per le persone TGNC, costrette in molte situazioni a fare un continuo coming out sulla propria identità di genere.

Il Registro comunale di genere è stato adottato per la prima volta in Italia dal Comune di Milano nel 2022. Con l’approvazione della mozione di ieri, Ragusa si colloca all’avanguardia tra le città italiane sul fronte del riconoscimento del diritto all’autodeterminazione di genere.

Il capogruppo dem Peppe Calabrese commenta così l’esito della votazione di ieri: “Ragusa dimostra di essere una città civile. Siamo soddisfatti perché la proposta del Partito Democratico, da noi portata avanti con forza e determinazione, ha visto l’adesione di tutte le forze politiche e dei movimenti civici presenti in Consiglio comunale. Ci dispiace solo che a non aderire a una dimostrazione di civiltà sia stato il partito di Fratelli d’Italia”.

Soddisfazione per l’approvazione della mozione PD, che recepisce una delle rivendicazioni contenute nella piattaforma del Ragusa Pride 2024, è stata espressa anche dal presidente di Arcigay provinciale Andrea Ragusa, presente ieri in aula insieme a una delegazione dell’associazione: “Definirei il momento di ieri come un momento storico per la nostra provincia, che va ad aggiungersi ad altri momenti storici che da qualche anno a questa parte stiamo vivendo nel portare avanti le nostre battaglie. Il voto favorevole all’istituzione del Registro comunale di genere – prosegue Ragusa – ci pone come esempio anche per altri Comuni d’Italia, permettendo alle persone con identità di genere non conforme, e che non sono all’interno di percorsi medicalizzati, di sentirsi a proprio agio nei contesti lavorativi e non solo. In questo Arcigay è sicuramente pioniera ed è molto contenta di essere riuscita, grazie al PD, a raggiungere l’obiettivo. Dispiace solo che dal testo della mozione sia stato espunto il riferimento all’impegno preso dal sindaco Cassì durante la campagna elettorale del 2023, quando aveva definito l’istituzione del Registro di genere una priorità della futura amministrazione. Forse – conclude – c’è un po’ di delusione per questa tiepidezza nel sostenere una misura così importante per la comunità Lgbtqia+. Rimane tuttavia la soddisfazione per il risultato finale, che è quello che poi conta davvero per la vita delle persone”.

Dello stesso avviso è Saro Brugaletta, presidente onorario di Arcigay Ragusa e attivista di lungo corso per i diritti della comunità Lgbtqia+, che da Bologna, città dove vive da molti anni, ha accolto con entusiasmo la notizia. “È un grande risultato! Il documento programmatico del Ragusa Pride comincia a fare il suo cammino. Adesso occorre vigilare sull’attuazione, pubblicizzare quanto avvenuto e incoraggiare le altre amministrazioni. Ringraziamo chi ha votato a favore in Consiglio. Ovviamente in politica, soprattutto con i tempi che corrono, nulla è dato per scontato.”