Inaugurato questa mattina l’anno accademico 2024-25 dell’ateneo catanese con una solenne cerimonia nell’auditorium “San Vincenzo Ferreri” a Ragusa Ibla. Il rettore Francesco Priolo ha declinato questa mattina i numeri della presenza universitaria nel capoluogo ibleo, scegliendo di svolgere in questa sede uno dei tre eventi previsti per l’inaugurazione dell’anno accademico 2024-25, il 590esimo dalla fondazione del Siciliae Studium Generale, dopo l’apertura lunedì scorso al Teatro greco-romano di Catania.
«Oggi, a quasi trent’anni di distanza dal primo insediamento universitario, Ragusa ospita ben cinque corsi di laurea dell’Università di Catania, con 793 iscritti, quasi il doppio dei 434 del 2018-29. È il segno del nostro impegno tangibile sul territorio: e confido che in futuro, proprio grazie a una maggiore differenziazione nell’offerta formativa, si possa registrare un ulteriore consistente aumento superando ampiamente i mille studenti».
Per la prima volta nella storia dell’Ateneo, il corteo accademico ha sfilato lungo le stradine di Ibla, partendo dall’aula magna del complesso di Santa Teresa, per raggiungere l’auditorium San Vincenzo Ferreri, nel cuore dello splendido giardino ibleo. Qui sono stati rinnovati i gesti e i simboli di quella tradizione che da quasi sei secoli, accompagna lo sviluppo della ricerca e della didattica nella corsa inarrestabile della conoscenza umana verso l’innovazione tecnologica, alla presenza delle autorità cittadine che hanno accolto il “Magnifico”, la prorettrice Francesca Longo, il direttore generale Corrado Spinella, i presidenti delle Struttura didattiche speciale di Ragusa Stefano Rapisarda e di Siracusa Carmelo Nigrelli, i presidenti della Scuola superiore di Catania Daniele Malfitana e della Scuola di Medicina Pietro Castellino, insieme ai docenti, al personale e agli studenti della sede iblea.
Il rettore ha ripercorso la storia dell’insediamento universitario a Ibla, a partire dal corso di laurea in Scienze agrarie tropicali e subtropicali all’inizio degli anni ’90, al corso in Lingue e Culture europee ed extraeuropee nel ’99-2000, accompagnato dalla nascita del Consorzio universitario ibleo.
I corsi ad indirizzo linguistico, incardinati del dipartimento di Scienze umanistiche, hanno laureato in 25 anni oltre 3.600 studenti e studentesse, registrando sempre un altissimo indice di soddisfazione. Tra i punti di forza, oggi, non solo l’insegnamento di lingue europee e di giapponese, arabo e cinese, un’offerta formativa di tutto rispetto nel panorama dei decentramenti italiani, ma anche della Lingua dei Segni, che rappresenta una delle eccellenze a livello nazionale. Il percorso – ha ricordato il rettore – ha incontrato negli anni battute di arresto, ma anche importanti riprese, come la recente istituzione di tre nuovi corsi di studio che hanno risposto con efficacia alle aspettative delle famiglie: “Management delle imprese per l’economia sostenibile”, “Gestione dei sistemi produttivi agrari mediterranei” e “Scienze motorie”.