Venti donne, tra deputate regionali e consigliere comunali, hanno sottoscritto un appello unitario contro la previsione della soglia del 20% per la rappresentanza femminile nelle giunte dei Comuni siciliani.
La norma contestata è contenuta nel Ddl sugli enti locali in esame dall’ARS il prossimo 15 ottobre. Se approvata, creerebbe un significativo disallineamento rispetto alla legislazione nazionale, che fissa una quota minima del 40% di donne nelle giunte comunali.
Da qui la risposta compatta e bipartisan delle deputate regionali, dalla Lega al Pd, da Forza Italia al Movimento 5 Stelle, che reputano una percentuale così risicata un’offesa alla dignità e professionalità delle donne e un arretramento rispetto al principio della parità di genere, e invitano a una mobilitazione per una “battaglia di civiltà”. L’appuntamento è il 15 ottobre ore 12 a Palermo, davanti a Palazzo dei Normanni.
Tra le deputate firmatarie dell’appello c’è anche Stefania Campo, che muove una critica complessiva all’impianto della proposta di legge “Non si tratta di una riforma strutturale che va realmente ad agevolare le amministrazioni degli enti locali, è piuttosto una sequela di norme particolari che sembrano pensate per favorire singoli territori legati ai deputati proponenti. Basti considerare – prosegue l’onorevole Campo ‑ che una delle previsioni contenute nel disegno di legge innalzerebbe al 70%, lo sbarramento per sfiduciare un sindaco, percentuale nei fatti irraggiungibile e quindi lesiva del principio di democrazia. Viene da pensare che sia una norma ad hoc, cucita su misura per soccorrere qualche sindaco in difficoltà.”
Per quanto riguarda la norma sulla parità di genere oggetto della contestazione, l’onorevole Campo precisa: “In Sicilia non esiste una soglia minima per la rappresentanza femminile nelle giunte comunali. Si parla solo di ‘alternanza di genere’: deve cioè essere presente almeno una donna in ogni giunta. La percentuale del 20%, potrebbe dunque apparire come un miglioramento rispetto alla previsione attuale, ma è pur sempre ben poca cosa rispetto al 40% nazionale. Come Movimento 5 Stelle abbiamo presentato diversi emendamenti per cercare di adeguarci alle norme nazionali, ma sono stati tutti bocciati. Una scelta inspiegabile, non a caso molto divisiva anche all’interno della maggioranza.”
Questo il testo integrale dell’appello:
Il prossimo 15 ottobre, poche ore prima che l’Assemblea Regionale Siciliana inizi l’esame del disegno di legge sugli enti locali, invitiamo anche noi tutta la società civile siciliana ad incontrarsi davanti a Palazzo dei Normanni, per ricordare al nostro Parlamento che siamo anche noi Italia, anche noi Europa.
Ricorderemo che anche la Sicilia, come avviene ovunque oltre lo Stretto, ha diritto a una norma che valorizzi davvero la presenza di genere nelle giunte comunali, con un minimo fissato almeno al 40 per cento.
Chiederemo, da piazza del Parlamento a Palermo, che il voto in Aula sia palese e nominale; che ciascuno mostri chiaramente la propria scelta senza nascondersi dietro il voto segreto.
Uniamoci, donne e uomini insieme per quella che è una battaglia di civiltà che riguarda tutti e tutte. Non lasciamo nulla di intentato, rilanciamo l’appello, allarghiamo a tutti i mondi che possiamo coinvolgere. Moltiplichiamoci.
Non possiamo più attendere, mobilitiamoci!
Vediamoci il 15 ottobre alle ore 12 in piazza del Parlamento, davanti all’Assemblea regionale siciliana.
Firmatarie: Concetta Amella, Tiziana Arena, Martina Ardizzone, Giulia Argiroffi, Stefania Campo, Marianna Caronia, Valentina Chinnici, Cristina Ciminnisi, Mariangela Di Gangi, Bernardette Grasso, Luisa Lantieri, Margherita La Rocca Ruvolo, José Marano, Rosellina Marchetta, Catia Meli, Giulia Passalacqua, Marzia Patti, Teresa Piccione, Ersilia Saverino, Roberta Schillaci.
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