Morana: “il mancato avvio della mensa è stata l’ultima goccia”

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A poche ore dalle dimissioni dell’ormai ex assessore Stella Morana, che aveva le deleghe alla Pubblica Istruzione, Cultura e Protezione Civile, abbiamo contattato la professionista in questione per chiederle cosa l’abbia spinta a prendere una simile decisione.

Cosa l’ha portata alla scelta di dimettersi e perché proprio ora?

“La goccia che ha fatto traboccare il vaso- dichiara Morana a Ragusah24- è stato il mancato avvio del servizio mensa scolastica. Già durante l’estate avevo organizzato una riunione con i Dirigenti scolastici per uniformare sia l’inizio dell’anno scolastico che l’avvio della mensa. Loro stessi, dichiarandosi soddisfatti per questa idea, avevano individuato la data del 30 settembre. Ho quindi informato, all’inizio informalmente, il dirigente del settore Pubblica Istruzione chiedendogli di avviare l’iter. Vedendo che nulla si muoveva, ho ufficialmente protocollato la richiesta lo scorso 4 settembre. Ho poi scoperto che lo hanno fatto solo lunedì scorso e che quindi il servizio non sarebbe mai partito nella data stabilita. Questo modo di agire dimostra, ancora una volta, come da parte di questa amministrazione non ci sia la dovuta attenzione verso la scuola”.

Già nella lettera di dimissioni la stessa aveva scritto: “Non posso più ignorare le difficoltà operative derivanti dalle mancanze di un personale non qualificato a coadiuvarmi nella gestione delle deleghe a me affidate.L’ inefficienza operativa rappresenta uno dei principali mali di questo Comune”.

“Ho sempre creduto- aveva aggiunto poi nella lettera- che fare politica sia un lavoro di squadra, in cui ognuno ha un ruolo determinante ma i successi derivano dal contributo collettivo. Purtroppo, di recente, questo spirito di collaborazione è venuto meno e ho dovuto accettare scelte politiche che non condivido e di cui non vado fiera. Credo che quando un Comune si prepara per dichiarare il dissesto finanziario, bisogna stabilire un nuovo ordine nelle priorità e tutte le forze economiche debbano essere destinate ad assicurare i servizi essenziali”.

“Lo scorso 5 luglio- racconta ancora a Ragusah24 Morana, a supporto delle sue dichiarazioni- abbiamo approvato una delibera con la quale i 150 mila euro messi a disposizione della Regione Siciliana, per dare ristoro ai vari comuni, sono stati utilizzati solo per attività ludiche.  Avevo personalmente chiesto di destinare parte di questi fondi alla manutenzione delle scuole, anche perché so come è la situazione e so che una di queste è messa particolarmente male. Mi è stato detto che non era possibile. Poi, da sola, ho cercato di sistemare la scuola messa peggio cercando fondi altrove, ma questa scelta non mi è affatto piaciuta”.

“Tutto quello che sono riuscita a fare fino ad ora – aggiunge – l’ho fatto chiedendo sostegno ai nostri deputati regionali, dato che dal Comune mi veniva sempre detto che non c’erano fondi, ma vedendo la deriva che sta prendendo l’Ente non me la sono sentita di andare avanti. Ricordo che sono riuscita ad organizzare spettacoli teatrali gratuiti per famiglie, attività culturali per bambini, ho acquistato e distribuito libri e molto altro. Ma non certo grazie a questa amministrazione”.

“Sono una mamma. Ho due figli che vanno a scuola e mangiano a scuola. Ogni giorno vengo contattata da altre mamme anche perché avevo dato vita ad un gruppo whatsapp nel quale sono presenti tutte le rappresentanti delle varie classi di tutte le scuole. Finora, grazie al mio impegno, abbiamo fornito un servizio mensa puntuale, con cibo biologico, super controllato”.

“Quello che ha creato scompiglio è stato il fatto che ho scelto di non dimettermi silenziosamente. In estate alcuni consiglieri di maggioranza avevano chiesto le mie dimissioni, nonostante le mie deleghe non abbiano mai registrato disservizi. Già nei giorni scorsi avevo annunciato che, se il servizio mensa non fosse partito in tempo, mi sarei dimessa. E così ho fatto”.

Ora è iniziata la macchina del fango, come nel caso della presidenza del consiglio. Mi accusano di essere la pedina di questo o quel deputato regionale, ma se avessi voluto essere la pedina di qualcuno sarei rimasta in quel posto a prendermi l’indennità di carica”.