Decine di giovani per l’ultimo saluto a Giuseppe Curvà

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Decine e decine di scooter strombazzanti hanno rotto il silenzio che si registrava oggi pomeriggio davanti alla Chiesa Madre di Acate, dove era atteso l’arrivo della salma di Giuseppe Curvà, il giovane di 18 anni che ha perso la vita mercoledì sera sulla strada per Pedalino. Ad accompagnare il suono dei clacson anche un fragoroso applauso e un brano neomelodico.

A testimonianza del suo amore per i cavalli, era presente un esemplare con addosso la stessa maglietta portata dagli amici di Giuseppe recante la scritta: “Vivrai sempre nei nostri cuori”.

Tantissimi i messaggi che in questi giorni si sono susseguiti sui social. Fra questi, spicca quello scritto da un giovane di nome Eugenio sul gruppo Fb “Sei di Modica se…”:

“Sono un ragazzo di 18 anni e la sera molto spesso, tornando da lavoro dopo un giorno, un’oretta esco a farmi una passeggiata con la mia cavalla. Vedo tantissimi post di ciclisti in cui cercano un po’ di rispetto quando stanno in strada, ma il cavallo? Come mai non è parla mai nessuno?! Il cavallo in strada diventa un veicolo come tutti, però non è come una bicicletta o un motore. Adesso non voglio sentire dire che il cavallo in strada non può camminare perché non è vero, perché la mia cavalla è pure assicurata, ma il punto non è questo. Dopo la tragedia sentita del ragazzo acatese, vi chiedo a tutti di rallentare quando incontrate un cavallo, di non suonare, di non sfidare il cavallo passando a 150km orari. 5 minuti non ci cambiano nulla. Il cavallo è un animale sensibilissimo e chi esce in strada con un cavallo è sicuro del proprio cavallo, ma sono animali e in un attimo la loro visione può cambiare, si possono spaventare. Non voglio polemizzare, mi dispiace solo del povero ragazzo che ha perso la vita. Potevo esserci io al suo posto, in un pomeriggio nel quale  stava solo provando a spegnendo la sua mente, non la sua vita”.