Vittoria, l’ultimo saluto al giovane Alex Capuzzello

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foto Fabio Baglieri

Lutto cittadino oggi per la città di Vittoria, in occasione dei funerali di Alex Capuzzello. A proclamarlo il sindaco, Francesco Aiello anche se nel cuore di tutti, vittoriesi e non, quella di oggi è comunque una giornata macchiata dal dolore per la perdita di questa giovane vita.

Un eroe, così è stato definito da molti Alex. Un giovane che non ha esitato a mettere a repentaglio, e perdere, la propria vita per salvare quella di un amico in difficoltà. Un diciassettenne (avrebbe compiuto 18 anni il prossimo 21 settembre) che ha insegnato a tutti come è fatto il cuore dei vittoriesi per bene e come, contrariamente all’opinione di molti, i giovani di oggi siano ricchi di valori.

Sin dall’uscita del feretro bianco dall’abitazione di famiglia, in via Galimberti, sono stati tanti i momenti di commozione che hanno caratterizzato il corteo: prima un lungo applauso, poi i clacson e il rombo delle moto e degli scooter degli amici che, indossando una maglietta con stampato il volto del loro amico, gli hanno voluto così rendere omaggio. I genitori del Plesso Portella delle Ginestre, dove Alex stesso aveva studiato dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di primo grado (la vecchia scuola media) e dove ora studiano i fratellini hanno avviato una raccolta di fondi per aiutare la famiglia.

Per l’amministrazione comunale di Vittoria sono presenti il vicesindaco Giuseppe Fiorellini e l’assessore Cesare Campailla.

Estremamente toccante e sincera è apparsa l’omelia del sacerdote, Andrea Pomillo: “desidero innanzitutto chiedere scusa ad ognuno di voi e soprattutto alla famiglia perché – ha esordito – non so cosa dirvi. Inutile prendersi in giro. Ho sentito la vostra ‘omelia’, fatta da voi per strada e fatta di chiasso, di rumore, di grida, di lacrime. La prima parte l’avete fatta voi pur non sapendo quale fosse la parte del Vangelo e la Parola di Dio di questo momento. Senza mancare di rispetto alla Religione, ritengo che questa sia stata già la prima parte dell’omelia e l’avete fatta voi. La morte di un figlio, di un fratello, di un amico è difficile da digerire. Io non so cosa significhi perdere un figlio. So cosa significhi perdere il papà, un fratello, un amico… Per me è stato difficile, pesante, celebrare il funerale di un amico e oggi il Signore mi chiede di celebrare quello di un ragazzo”.

“Chiediamo al Signore- ha poi aggiunto- di vivere la nostra vita bene perché la posta in gioco è molto alta. Nel Vangelo Gesù dice: ‘all’improvviso arriverò nella tua vita e tu sarai pronto?’. Ecco: noi siamo pronti? A voi ragazzi dico di vivere bene, la vostra vita sia al massimo della potenza. Siate pronti a coltivare le belle e buone amicizie, come avete fatto con Alex. Qualcuno mi diceva che a lavoro Alex era sempre puntuale, non perdeva mai un giorno di lavoro… La cosa importante non è quindi come ci si veste, nonostante spesso la gente giudichi i giovani da come appaiono. E’ ovvio che alla loro età piace farsi notare ed è giusto che sia così. Ma a voi ragazzi dico: fatevi notare facendo del bene. Amate la vostra vita, gli amici e siate sempre pronti”.

Il parroco ha poi ancora una volta chiesto scusa per non essere in grado di trovare le parole giuste davanti a questa morte che non ha nulla di giusto. “Niente però – ha detto ancora padre Pomillo- ci potrà separare da Dio. Neppure la morte. Gesù è morto in croce per noi e Dio ha sacrificato per noi il suo unico figlio, per salvarci. Se è vero che siamo credenti, che siamo cristiani allora sappiamo che in questo momento Alex è dentro le piaghe di Gesù, è dentro di lui. E’ ovvio però che sapere che, fisicamente, Alex non c’è più ci fa incavolare ma sappiamo che è in Paradiso, al fianco di Dio e dentro Gesù”.