Nefrologia Modica seconda in Italia per procedure mininvasive di allestimento FAV

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L’Unità Operativa Complessa di Nefrologia e Dialisi dell’ASP di Ragusa si conferma un modello, a livello nazionale, per le procedure mininvasive di nefrologia interventistica. All’ospedale “Maggiore-Baglieri” di Modica, di recente, sono stati eseguiti tre interventi di allestimento di fistola artero-venosa (FAV) per via percutanea endovascolare su altrettanti pazienti, tra i quali un 28enne con grave compromissione dell’assetto vascolare e difficoltà di approccio chirurgico. Tutti e tre i pazienti sono stati dimessi entro le successive 24 ore.
Grazie all’expertise maturata nel settore, il “Maggiore-Baglieri” presenta il più alto volume di casistica espletata nell’ambito delle tecniche mininvasive di endoFAV in Italia, ed è secondo solo all’Ospedale Universitario Careggi di Firenze. L’approccio mininvasivo permette una maggiore compliance e tollerabilità da parte del paziente e coincide con minori complicanze chirurgiche e meno rischi di sviluppare complicanze stenotiche a medio e lungo termine. I pazienti sottoposti a endoFAV avranno, infine, un minore impatto sull’indice di ospedalizzazione, a cui è necessario ricorrere per le procedure correttive utili a mantenere funzionale la FAV, da cui dipende la qualità della vita e la sopravvivenza stessa del paziente in dialisi.
“Tutto questo – spiega Walter Morale, primario dell’U.O.C Nefrologia e Dialisi – è il risultato della sinergia con la Direzione strategica dell’ASP, che contribuisce a supportare e incentivare la crescita sanitaria del territorio, a beneficio dei pazienti emodializzati. I risultati raggiunti in questo campo sono figli delle capacità del Team di Nefrologia, ma anche della collaborazione interdisciplinare instauratasi con la Radiologia del dott. Andrea Boncoraglio e con la Chirurgia Vascolare del dott. Andrea Li Destri. Un altro aspetto fondamentale – aggiunge Morale – è la rete interaziendale costituita con la Radiologia dell’Ospedale “Cannizzaro” di Catania diretta dal dott. Domenico Patanè. L’approccio multispecialistico ha permesso alla Nefrologia iblea di diventare attrattiva: oggi registriamo quasi il 40% di mobilità attiva e siamo diventati una meta formativa per tanti colleghi del resto d’Italia, che chiedono di poter frequentare la nostra struttura”.