Venerdì 5 luglio 2024, la Camparìa di Favignana, la più importante delle Tonnare dell’impero commerciale dei Florio e cuore nevralgico della mattanza, la millenaria pesca del tonno rosso del Mediterraneo, si rinnova riaprendo al pubblico con una monumentale sede museale ed espositiva: “CAMPARÌA, Museo dei Magazzini della Tonnara Florio”.
La serata di apertura, a partire dalle 19, è all’insegna della commistione tra generi e linguaggi artistici, coinvolgendo l’autore e attore Gaspare Balsamo, tra i più noti “cuntisti” siciliani e il sound artist Alessandro Librio. Nella serata sarà proiettato il documentario La Camparìa, di Simona Bua, che racconta la storia della trasformazione del luogo.
Mentre nello spazio “Camparia” fino all’8 settembre è in mostra “ICONIC WOMEN – Multimedia Experience” personale di Domenico Pellegrino, che approda in Sicilia dopo essere stata presentata all’ultima DesignWeek milanese.
Dopo quasi vent’anni di abbandono dall’ultima mattanza del 2007 e dopo uno scrupoloso lavoro di restauro, questa fucina creativa, unica nel suo rapporto uomo-mare, simbolo del lavoro, della fatica, del sostentamento di intere generazioni (da qui il nome “camparìa”, nel senso che “dava da campare” alle famiglie) e brulicante di uomini per oltre due secoli, viene restituita e raccontata a cittadini e visitatori, chiudendo il cerchio della storia della presenza dei Florio a Favignana, con un emblematico tassello mancante, che si aggiunge alla storia delle Tonnare di Favignana e Formica. È proprio qui, nei Magazzini della Camparìa, infatti che la tonnara, quell’antichissimo e complesso sistema di reti per la tradizionale pesca del tonno rosso di corsa, veniva progettata e realizzata nei mesi invernali; è in questi immensi spazi che la stessa tonnara, con i suoi chilometri di reti e tutto l’apparato di boe, cime e ancore, veniva calata a terra prima ancora di essere calata in mare, per arrivare poi a quella fase conclusiva, in cui i tonni venivano catturati, la mattanza. La struttura ciclopica della Camparìa, costituita da una grande sala a tre navate e dalle antiche strutture di rimessaggio (Trizzane), è un’espressione di archeologia industriale di fine ‘800, con archi a sesto acuto in pietra arenaria e una superficie coperta complessiva di 2500 mq e scoperta di 3500 mq. Oltre alle tradizionali imbarcazioni utilizzate per la mattanza (vasceddi, bastarde, muciara i raisi), alle enormi ancore, a un vastissimo repertorio di oggetti di lavoro creati in questi luoghi da generazioni di lavoratori e recuperati all’abbandono dall’artista Enzo Rinaldi, oltre alle reti fatte a mano, alle carte e ai documenti storici di particolare interesse antropologico, sarà visibile anche la Lancia di Donna Franca Florio, raro esempio di architettura navale, costruita dai mastri d’ascia inglesi intorno alla fine del XIX secolo, sullo stesso disegno delle antiche baleniere e, utilizzata da donna Franca e dai suoi ospiti illustri per le escursioni nelle splendide acque cristalline dell’isola di Favignana. Alcuni degli oggetti esposti saranno inoltre animati e resi interattivi in Realtà Aumentata grazie alla collaborazione con Bepart di Milano.