L’addio al maestro Franco Cilia del regista Franco Giorgio

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Da Franco a Franco, da artista ad artista. 

Il regista Franco Giorgio ha voluto salutare con un intenso messaggio sul web l’amico Franco Cilia, scomparso nei giorni scorsi (Ragusa: morto Franco Cilia, artista a tutto tondo)

<<Carissimo Maestro, carissimo amico- scrive Giorgio- con forza, con tenacia, con il tuo solito e immenso coraggio, attimo dopo attimo, respiro dopo respiro hai lottato per tentare di sconfiggere un nemico invisibile e misterioso. Abbiamo trascorso tanti momenti insieme, a discutere, seduti nel tuo balconcino interno di Via San Vito, prendendo un tè, oppure a farci una passeggiata alla ricerca di pietre antropomorfe, o andando IUSU, a Ibla, la tua città natale a cui eri profondamente legato.
Ridevamo, scherzavamo sempre, e ci divertivamo a prenderci in giro, l’un l’altro.
Quando ci sentivamo ti chiedevo sempre “Come stai?”. E la tua risposta, sempre uguale, era più di una semplice risposta, era uno stato dell’animo, la scena cruenta di chi sa di essere condannato in vita … a morte. “A codd’i piu”, (come il collo di un pollo che sta per essere spezzato) mi dicevi. Ma non lo dicevi con mestizia o dolore. Lo dicevi con il tuo sorriso beffardo sulle labbra e con i tuoi occhi svelti e furbi. E poi aggiungevi: “ma mi ni futtu”. E la giornata cominciava e si riempiva di sole. Io, per la verità, non dovrei essere qui, oggi. Ti avevo fatto una promessa, che non manterrò. Ti avevo detto che non sarei venuto al tuo funerale, perché tu non saresti venuto al mio. Era uno scherzo, naturalmente, ma era un modo per sconfiggere, momentaneamente, uno spettro che era sempre presente nei tuoi pensieri. Abbiamo fatto tante cose insieme: lo spettacolo “Processo a Cilia”, una sorta di processo al tuo multi-variegato talento: pittore, scultore, poeta, romanziere, fine dicitore, attore, giornalista. Abbiamo anche portato in scena “Ginevra”, il tuo testamento spirituale ed artistico in vita. E progettavamo di tornare sulle tavole del palcoscenico per parlare e raccontare ancora della tua avventura umana con un titolo che a me non piaceva: “Cilia è morto”. Io volevo intitolarlo “Cilia è vivo”. Forse il vero titolo sarebbe dovuto essere: “Cilia è”. E basta. Per raccontare, quello che Franco Cilia è ed è stato. Un amico, un fratello, uno scanzonato compagnone, sempre generoso, sempre pronto ad aiutare tutti, a trovare soluzioni ai problemi di tutti, ad affrontare con coraggio le grandi sventure che la vita gli ha posto lungo il cammino>>.
<<Andavamo spesso al bar a prendere un ginseng- scrive ancora Franco Giorgio- che tu, con la tua solita ironia, avevi ribattezzato ginsex, portando allegria e ilarità fra gli astanti.
Carissimo amico mio, ti voglio ricordare con le parole del poeta Alfonzo Gatto che amavi recitare:
I tuoi occhi sono come la giovinezza
Grandi, perduti, lasciano il mondo.
Potrebbero dirti morta senza rumore,
e incamminare su di te il cielo,
passo a passo, seguendo l’alba.
Tu sei l’amore da portare in braccio,
di corsa sino al vento, sino al mare,
E dirti fredda da scaldarti al fuoco
E dirti triste coi tuoi capelli neri
da pettinare eternamente.
È come deporti nel silenzio,
starti accanto
udendo l’acqua battere alle rive.
Ciao, carissimo Franco. Mi mancherai.
Molto>>.
Al post Franco Giorgio ha anche allegato una foto (da noi ripresa) che, come lui stesso precisa, è stata scattata appena un un mese e mezzo fa.