“Comprendo che la notizia possa suscitare un certo clamore – afferma il sindaco Peppe Cassì – quindi è bene fare subito un chiarimento: la cessazione del rapporto con Ast non vuol dire che si interromperà il trasporto pubblico urbano”.
Con queste parole il sindaco di Ragusa interviene per rassicurare i suoi concittadini sulla notizia circolata in questi giorni sulle piazze reali e virtuali: con una Pec inviata anche al Comune di Ragusa, l’azienda l’azienda aveva fatto sapere che il 31 marzo sarebbe stato l’ultimo giorno in cui si sarebbe svolto il servizio in città. Alla base della decisione, la crisi economica dell’Azienda.
“Dopo 47 anni di servizio- precisa oggi il sindaco Cassì- Ast ha sì comunicato di non essere più disponibile ad espletarlo a partire dal primo aprile ma al tempo stesso, trattandosi di un servizio essenziale, questo non potrà essere interrotto fino a quando i Comuni interessati, tra cui il nostro, non avranno individuato un vettore sostitutivo”.
“Sono già diverse le aziende di trasporto che si sono proposte– continua il primo cittadino di Ragusa- con le quali stiamo dialogando, provando a cogliere tutte le opportunità generate dal cambiamento”.
“Come si suol dire – prosegue l’assessore alla Mobilità, Giovanni Gurrieri – non tutti i mali vengono per nuocere. L’affidamento del servizio ad una nuova ditta ci permetterà infatti di ripristinare delle linee che erano state abolite da parte dell’Ast, di mantenere alcuni mezzi dell’azienda con il principio di reversibilità e al tempo stesso di prevedere nuove linee. Per fare alcuni esempi: nell’atto di indirizzo già approvato in Giunta abbiamo previsto un sistema di collegamenti che renda stabile il servizio navetta per Ibla, un trasporto pubblico interno a Marina e collegamenti per Donnafugata. Tra l’altro questo cambiamento si inserisce in una fase di aggiornamento del Piano urbano della mobilità, che prevede di integrare il servizio pubblico con una mobilità smart. Il nostro obiettivo è disegnare finalmente un sistema di mobilità adatto alle esigenze della città, alla sua vocazione turistica e ai bisogni dei ragusani, anziché costringere i fruitori ad adattarsi al servizio”.