331 anni dopo il “terribile terremoto” o “terremotu ranni”, sono tante le iniziative laiche e religiose in programma in questi giorni in provincia di Ragusa e in tutto il Val di Noto.
Il terremoto in questione è quello che si registrò in due giorni distinti: il 9 e l’11 gennaio 1693 e, insieme a quelli del 1169 e 1908, è considerato l’evento catastrofico di maggiori dimensioni che abbia colpito la Sicilia orientale in tempi storici. Secondo recenti studi in realtà si potrebbe trattare di due eventi distinti.
Con una magnitudo momento pari a 7,31, è considerato il terremoto più forte mai registrato nell’intero territorio italiano. Fu, fra l’altro, seguito da un maremoto che colpì le coste ioniche della Sicilia e lo Stretto di Messina e, probabilmente, secondo alcune simulazioni, interessò anche le Isole Eolie. Secondo le fonti, il numero di vittime fu molto elevato: nella sola Ragusa morirono circa 5.000 persone su 9.950.
Ancora oggi, nella cultura di massa, sono molte le leggende riguardanti quel giorno. A Vittoria, in particolare, sono concentrate due leggende riguardanti il terremoto. La prima riguarda la vecchia chiesa madre di San Giovanni Battista, rimasta distrutta nel terremoto, e la statua del Santo, ritrovata decapitata tra le macerie; secondo la tradizione popolare, il Santo protesse la città dal sisma “offrendo Chiesa e Capo all’Altissimo, per liberare la sua diletta Vittoria”. Un’altra parla invece di un’urna in cui i cittadini misero i nomi di tutti i Santi che si veneravano in quella zona; secondo la leggenda, il nome di San Giovanni Battista uscì tre volte, perciò fu nominato patrono della città.
Ogni anno, per ricordare l’evento che a Vittoria costò la vita a 40 bambini che stavano partecipando al catechismo e per ricordare tutte le altre vittime del Val di Noto, si celebra la Festa di “San Giovanni di Gennaio”. Ancora oggi, la domenica successiva all’evento (quest’anno giorno 14) il simulacro del Santo viene portato in processione alle ore 11,30.
In molte altre città della zona interessata dal sisma, l’11 gennaio di ogni anno si celebra la festa del Patrocinio, per ringraziare il Santo Patrono per la sua intercessione in occasione del terremoto.
Anche a Ragusa, quest’anno, sono state organizzate dalla chiesa Madre San Giorgio diverse iniziative. Oltre a quelle a sfondo religioso, ieri si è concluso il triduo, sempre nella giornata di ieri si è svolta la conferenza sul tema “Un santo e una città: San Giorgio nella storia di Ragusa”, a cura del chiarissimo professore Uccio Barone.
Oggi, giornata della ricorrenza del disastroso terremoto, al Duomo è in programma, alle ore 15, il suono a distesa delle campane e la riproduzione “dell’effetto terremoto” con l’organum maximum Serassi.
Alle 18,30 momento commemorativo dinanzi all’antico portale gotico di San Giorgio (vicino al Giardino ibleo) e fiaccolata verso il Duomo di San Giorgio a cura dell’associazione storico culturale San Giorgio. Alle ore 18, poi, sarà posta una lapide presso il Portale di San Giorgio in ricordo del terremoto.
Si tornerà poi al Duomo e il tutto si concluderà con la traslazione del simulacro di San Giorgio, che in questi giorni è rimasto esposto nel transetto dell’altare per la venerazione dei fedeli nella cappella che lo ospita tutto l’anno.