Ha preso il via il progetto “Un ombrello per i diritti dei bambini”, organizzato dalle terze classi A/B/C della scuola primaria Monserrato dell’istituto comprensivo Giovanni Verga di Comiso.
L’istituto continua a promuovere i diritti inviolabili di bambine, bambini e adolescenti e i doveri degli adulti nei loro confronti. In particolare, come scuola amica dei Bambini dell’Unicef, gli alunni delle terze classi hanno sviluppato un’attività, nell’ottica del service learning, coinvolgendo le famiglie e la comunità buddista di Comiso che si occupa della Pagoda di Comiso, uno dei pochi esempi di pagode per la pace in Europa, luogo simbolico dell’integrazione e della convivenza pacifica dei popoli.
“Il progetto è partito dalla presenza in classe di un alunno siriano (rifugiato politico) – ha spiegato la referente, l’insegnante Claudia Terranova – i ragazzi hanno capito che i diritti essenziali non sono rispettati in molte parti del mondo e così è nata l’idea di fare la marcia della pace per raggiungere la pagoda”.
Alla manifestazione hanno preso parte, oltre agli alunni, i rappresentanti dei genitori e le insegnanti Loredana Celestre, Antonella Sinaguglia, Gina Dimartino, Gina Campo, Alessandro Perrotta, Silvana Schepisi e Maria Grazia Vicari. L’attività è stata facilitata dalla responsabile di plesso, l’insegnante Elena Dipasquale.
Nel corso della marcia, all’inizio della quale ha portato il proprio saluto il sindaco Maria Rita Schembari, gli alunni hanno intonato canzoni contro la guerra e la violenza e hanno messo in scena un racconto “La parola senza la quale nulla esiste”… la parola è amore. La visita alla pagoda e al tempio è stata guidata del monaco buddista reverendo Gyosho Morishita.
“E’ una straordinaria iniziativa che coinvolgerà tutta la scuola e si svilupperà nel corso dell’intero anno scolastico – ha spiegato la dirigente scolastica Maria Cafiso unitamente al vicepreside e referente Unicef Luigi Bellassai – per promuovere in modo originale e profondo la conoscenza della carta dei diritti approvata dall’Onu nel 1989. Quando piove prendiamo gli ombrelli per ripararci. E cosa sono i diritti se non una protezione, un riparo, una difesa? Ecco perché le insegnanti hanno deciso di costruire questa risorsa con l’ombrello come protagonista”.
“La tutela dei diritti – è spiegato ancora – equivale all’ombrello che apriamo in caso di pioggia. Gli ombrelli colorati che riportano le parole dei diritti dei bambini rappresentano una scuola e una comunità educante che, con i fatti, promuove il protagonismo e il benessere dei ragazzi, oltre all’impegno per lo sviluppo della conoscenza dei valori della convivenza e della pace come insegnamento dell’educazione civica praticata e non solo declamata”.