Le spoglie mortali di Sant’Ilaria a Giarratana

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Si sono concluse domenica scorsa le celebrazioni in onore di Sant’Ilaria martire, protettrice della gioventù femminile di Giarratana.

Il corpo di Santa Ilaria è custodito nella chiesa di San Bartolomeo apostolo e molto probabilmente appartiene al gruppo di martiri composto da Claudio, Ilaria, Giasone e Mauro celebrati dal martirologio romano il 3 dicembre. Quest’anno, il parroco, il sacerdote Francesco Mallemi, ha voluto ridare più vigore al culto con l’auspicio che lo stesso, così come accadeva in passato, possa rilanciare l’attenzione verso una figura che merita notevole attenzione.

Il corpo della martire Ilaria fu donato nel 1665 dall’arcivescovo di Patrasso, mons. Ottaviano Garraffa, vicegerente del cardinale Marzio Ginetti, vicario generale del papa Alessandro VII. Il relativo atto di donazione fu rogato a Roma il 25 aprile 1664 dal notaio Niccolò Fiorello. Arrivato a Giarratana, dopo una breve sosta nella diocesi di Monreale, il corpo ricevette gli onori dovuti da parte dei giurati e del popolo e risistemato in una nuova urna di cui si conserva solo la statuetta che era posta sulla sommità.

L’urna, salvata dalle macerie del sisma del 1693, fu trasportata nella chiesa di San Bartolomeo e riposta nel sacello realizzato sulla parte destra del presbiterio, visibile tutt’oggi. Un documento del 27 ottobre 1772 attesta la venerazione che i giarratanesi tributavano alla martire celebrandone la festa il 3 dicembre con i primi e i secondi vespri e con la messa solenne. Era consuetudine che le reliquie venissero traslate dal sacello sull’altare centrale la vigilia della solennità del Patrono. Si ignorano i motivi per cui, a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, la festa non venne più celebrata.

Nel 1934, il parroco, Giovanni Marziano, la ripristinò spostandone la memoria nella terza domenica di novembre.