Celebrati i funerali di don Carbone. Rumeo: “Ha camminato in punta di piedi”

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Si stanno celebrando questa mattina, dalle ore 10, i funerali  di don Bruno Carbone in Piazza Vittorio Emanuele a Pachino, presieduti dal Vescovo, mons. Salvatore Rumeo.

Una celebrazione ricca di momenti intensi e testimonianze di chi lo ha conosciuto, terminata con un lungo applauso della folla.

Al termine delle esequie funebri tenute dal Vescovo di Noto monsignor Salvatore Rumeo in quella città (ha concelebrato monsignor Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo), la salma è stata trasferita a Scicli, nel sagrato della chiesa del Santissimo Salvatore di Jungi, per un ultimo saluto.

Qui don Davide Lutri, il Vescovo Salvatore Rumeo, don Ignazio La China, e -attraverso una lettera- Don Concetto di Pietro hanno tratteggiato la figura del pastore, amorevole, accogliente, benvoluto da tutti.

DON BRUNO CARBONE era Parroco Arciprete della Chiesa Madre SS. Crocifisso in Pachino, Direttore dell’Ufficio Liturgico diocesano e Cerimoniere Vescovile.
Nato a Scicli nel 1957, aveva svolto la sua missione in diverse parrocchie soprattutto tra Rosolini e Pachino.
Il 26 ottobre è deceduto a seguito di una lunga malattia.
Un fiume di persone, dal 26 sera, si era riversato all’interno della Chiesa Madre di Pachino, dove era stata allestita la camera ardente .
Il Vescovo Salvatore, unitamente al clero diocesano e alla moltitudine di fedeli presenti, aveva officiato il momento di preghiera dell’Ufficio dei defunti.
Poi, prendendo la parola, aveva così descritto don Bruno: “Un uomo che ha camminato in punta di piedi nel territorio della nostra Chiesa.
Bruno sacerdote, vero uomo, grande testimone del Vangelo è pellegrino ora nel viaggio verso il cielo perché con la sua vita è stato ‘giardino di misericordia’.
Bruno sacerdote è stato a Betlemme perché ha saputo contemplare il mistero della gioia e di quel canto degli angeli che risuonava nel cielo di Betlemme, egli ne ha fatto motivo di vita spirituale, pronto ad annunciare la gloria di Dio così come amava fare con la sua competenza liturgica, con i santi segni e nella eloquenza dei gesti.
In punta di piedi, Bruno sacerdote è stato nella via di Gerico, crocevia del mondo, dove ha saputo condividere l’umanità con tutti in una sorta di fratellanza universale. Ha saputo amare col cuore di Dio, come il buon samaritano che si è chinato sulle ferite e si è fatto giumento; sempre in punta di piedi, come Zaccheo, ha saputo salire sul sicomoro per poter guardare il volto di Gesù.
In punta di piedi ha saputo entrare nella casa di Lazzaro, Maria e Marta: ha saputo giocare la sua vita mettendosi al servizio di tutti, ha saputo ascoltare, ha saputo pregare, ha sospeso il suo tempo per poter stare con loro e con Dio, perché da Lui ha capito che la vita è Vera quando è vissuta nell’incontro con gli altri.
In punta di piedi, Bruno sacerdote, ha saputo abbracciare la croce della sofferenza, confortato dalla vicinanza dei confratelli e di tanti parrocchiani, che egli ha tanto amato e che fino all’ultimo lo hanno servito con cura. Bruno sacerdote, in punta di piedi, è stato accanto a Maria Santissima Scala del Paradiso e Assunta in cielo: la Vergine che ha accompagnato i passi di questo giovane sacerdote, lo accompagni ora nella via della Gerusalemme celeste”.