Prosegue con successo ed entusiasmo, a Vittoria, il progetto pilota a cura del pedagogista Giuseppe Raffa, responsabile del laboratorio Anti-Bullismi dell’Asp 7, che coinvolge la squadra di calcio cittadina.
In accordo con la società del presidente Miccoli e del direttore Frasca, Raffa ha infatti avviato coi calciatori “adulti” in forza alla società biancorossa, che milita nel campionato di Promozione, la parte propedeutica del progetto, unico e gratuito di supporto pedagogico al gruppo squadra e di aggiornamento con gli istruttori del settore giovanile.
Nel corso del primo incontro si è parlato di come riconoscere alcuni tra i principali campanelli d’allarme del disagio giovanile tra i compagni di squadra più giovani, minorenni. Lo scopo è ovviamente quello di aiutare chi non sta bene e consigliarlo sul da farsi, con l’aiuto del pedagogista. Compagni di squadra adulti a supporto dei più giovani, con l’affiancamento del pedagogista.
Nel secondo step, invece, Raffa ha incontrato direttamente i giovani calciatori. “E’ importante, anche nello sport- ha detto Raffa- affiancare le famiglie nelle scelte educative. E tutti devono concorrere, non solo la scuola, le altre agenzie educative, la chiesa, la stessa famiglia: anche le società sportive hanno il dovere diritto di dare una mano ai genitori. Il giovane che fa sport deve essere seguito integralmente , cioè come persona, coi suoi problemi a casa, a scuola, coi pari. Oggi non basta più impartire lezioni di tecnica calcistica, di tattica se si parla di calcio, occorre contribuire ad educare a 360 i ragazzi, da qui la scelta mia e della società di mettere a disposizione dei giovani biancorossi e delle loro famiglie tale, esclusivo e gratuito servizio pedagogico”.
Nei prossimi giorni il progetto entrerà nel vivo con il previsto step formativo rivolto agli istruttori dei giovani calciatori cui Raffa consegnerà le fondamenta pratiche e teoriche sui principali temi e sulle più importanti emergenze che affliggono i giovani d’oggi, ossia bullismo scolastico e tecnologico, le dipendenze digitali, i difficili rapporti tra i ragazzi, le famiglie, la scuola, gli adulti di riferimento, le relazioni spesso tossiche coi social, e via dicendo. “Il valore educativo e sociale dello sport, di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva” è riconosciuto oggi pure dalla Costituzione.
Chiaro come il sole l’obbiettivo dell’azione fortemente voluta dalla dirigenza biancorossa: consigliare e supportare la squadra dal punto di vista educativo, consegnare agli istruttori allenatori dei giovani nuove competenze pedagogiche ed educative per supportare i ragazzini nella loro crescita di persone oltre che di calciatori.
In un’epoca di straordinaria crisi della famiglia, la prima agenzia educativa, occorre che tutte le altre facciano qualcosa di più per affiancare i genitori, aiutarli nella difficile opera di educare i nuovi giovani, urge che le associazioni culturali e sportive facciano la loro parte. Al Vittoria calcio lo stanno facendo. Se non è una novità assoluta per la Sicilia, poco ci manca.