Cadavere di un gatto legato ai binari di via Colajanni a Ragusa

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Il cadavere di un gatto è stato trovato legato ai binari di via Napoleone Colajanni a Ragusa, vicino al passaggio a livello. Legato con un “laccetto bianco” e con le zampette tranciate, secondo quanto riferiscono alcuni cittadini. Il fatto sarebbe stato denunciato alle autorità competenti da una residente della zona, colpita dall’atrocità del gesto.

L’assessore alla Tutela Animale Andrea Distefano, contattato dalla nostra redazione, ha dichiarato di essere stato informato ieri dell’accaduto attraverso canali non ufficiali e di essersi quindi recato personalmente nel pomeriggio di oggi sul luogo del ritrovamento. L’amministratore di Palazzo dell’Aquila ha precisato di non poter affermare con certezza che si sia trattato di un atto doloso, non avendo potuto raggiungere il binario sul quale ancora, dopo almeno tre giorni, si intravedono i resti del corpo.

Se l’attivarsi in prima persona dell’assessore può ritenersi encomiabile, ci si aspetta, adesso, un’azione di approfondimento per accertare eventuali responsabilità. Sorprende tuttavia che, se non fosse stato per l’iniziativa di privati cittadini che hanno segnalato l’accaduto alla nostra redazione, l’episodio sarebbe passato sotto silenzio, come qualcosa di irrilevante o di inevitabile. Sorprende anche che le associazioni animaliste non siano state coinvolte o, se coinvolte, non abbiano reso pubblico il fatto.

Riccardo Zingaro, presidente di OIPA Ragusa e guardia eco-zoofila, commenta così quest’ennesimo episodio di violenza contro un animale: “Come spesso accade si tende a minimizzare gravi atti delittuosi per paura di gettare fango su una comunità. Ma è evidente che una sevizia di questo genere nasconde l’azione premeditata di persone, spesso minorenni, che sfogano così evidente disagio. Resta fermo l’obbligo morale e civile di interpellare le associazioni animaliste e in particolare il nucleo delle Guardie eco-zoofile dell’OIPA che in termini di Polizia giudiziaria si occupa da sempre di questi casi. Come associazioni animaliste – conclude Zingaro – incoraggiamo le persone a fornirci in forma anonima qualsiasi notizia utile all’individuazione del soggetto o dei soggetti che hanno commesso un crimine. E quando veniamo messi a conoscenza ci costituiamo parte civile contro ignoti.”

Sorprende dunque questo inopportuno silenzio sulla barbara uccisione del gatto perché a Ragusa siamo abituati ormai da anni a un discreto livello di sensibilità sulla questione animale, costruito grazie alla vigilanza e alle segnalazioni di singole persone e associazioni. Perché è solo portando all’attenzione della cittadinanza simili episodi che si può innescare una presa di coscienza collettiva e un processo trasformativo generale.

Purtroppo gli atti di crudeltà gratuita verso gli animali non sono certo un’eccezione, al contrario: leggendo le cronache si può seguire una lunga scia di orrori che da una parte all’altra del Paese raccontano gli aspetti più truci di una vera e propria guerra contro le altre specie. Ne abbiamo parlato a proposito di un gatto trovato impiccato a Sampieri nel novembre 2021. E se n’è parlato insistentemente in questi giorni dopo che una capretta, tanto mansueta quanto indifesa, è stata uccisa a calci ad Anagni da un gruppo di ragazzi. Un episodio che ha scioccato l’opinione pubblica per la violenza inaudita del comportamento dei giovani, accompagnata da risa e incitamenti, e per l’incomprensibilità del gesto, suscitando reazioni di condanna immediate e durissime. Così come ha scosso profondamente le coscienze l’uccisione dell’orsa Amarena in Abruzzo più o meno negli stessi giorni. Una lunga scia di sangue che dovrebbe interrogarci sul nostro livello di civiltà e indurci a porvi rimedio senza ulteriori indugi.