Modica, domani la manifestazione di protesta per Nerino

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È stata indetta per domani 24 agosto alle 18, in Piazza Principe di Napoli a Modica, una manifestazione di protesta per chiedere la liberazione di Nerino dal canile e la sua reimmissione nel territorio dove ha vissuto da cane libero per oltre dieci anni, il quartiere di Sant’Andrea.

Questo l’appello lanciato dagli organizzatori sui social:

Nerino è stato rinchiuso in canile ingiustamente (con un provvedimento sommario e poco chiaro) per un presunto ringhio, che è una normale espressione di tutti i cani del mondo. Nerino ha vissuto libero per dieci anni, è amato e rispettato, non ha mai creato alcun tipo di problema e LA CITTÀ DI MODICA CHIEDE A GRAN VOCE CHE TORNI NEL SUO QUARTIERE, dove ha stretto rapporti di amicizia e affetto. Nerino ci manca, non possiamo accettare questa sua reclusione che dura da più di un mese, che è il frutto di un tradimento, di un pasticcio burocratico. Nerino, oggi, rappresenta tutti i cani di quartiere che sono un bene prezioso, che ci riavvicinano all’antico patto di amicizia e lealtà che abbiamo stretto con i cani. Invitiamo tutte e tutti a partecipare, a manifestare il proprio dissenso contro questa ingiustizia, a scendere con noi in piazza per Nerino e per tutti i cani di quartiere.

Il caso di Nerino ha suscitato diverse e accalorate reazioni da quando, lo scorso luglio, è stato accalappiato all’alba e rinchiuso nel canile sanitario di Regalbuto, su decisione dell’Amministrazione comunale di Modica, a causa di una denuncia ricevuta da una cittadina secondo la quale Nerino avrebbe “ringhiato”. A seguito delle proteste seguite alla cattura da parte di cittadini, volontari animalisti e attivisti, la sindaca Maria Monisteri ha provveduto a rassicurare la popolazione circa l’imminente soluzione del problema, anzitutto facendo trasferire in via temporanea Nerino da Regalbuto al canile di Modica, e poi palesando apertamente l’intenzione di reimmetterlo sul territorio. “A me, l’unica cosa che sta a cuore, è l’incolumità, la buona salute e il buon vivere di Nerino. Il cane, è stato portato a Regalbuto e abbiamo appena ricevuto il certificato del veterinario del rifugio sanitario ennese che conferma il suo stato di salute e, soprattutto, il suo carattere mite e la sua indole docile che non mettono assolutamente a rischio chiunque venga a contatto con lui. Nerino rientrerà a Modica domani mattina e sarà mia cura proteggerlo in un ricovero per animali, prima che possa tornare a vivere libero e amato dai tanti che si stanno prodigando per lui”, si legge in un post sulla pagina Facebook della sindaca dello scorso 20 luglio.

Ciononostante nulla più si è saputo per quasi un mese, durante il quale attivisti, residenti ed esperti cinofili hanno continuato a reclamare a gran voce la liberazione di Nerino. Poi, il 16 agosto, un nuovo post di Monisteri informa che sulla reimmissione di Nerino è intervenuto il parere negativo dell’Asp veterinaria e che quindi il cane non potrà tornare nel suo quartiere. “Ho ricevuto comunicazione dall’Autorità Veterinaria Provinciale su Nerino e il suo futuro. Le informazioni sul suo stato di salute sono confortanti ed è un’ottima notizia. I servizi veterinari dall’ASP7, altresì, mi informano per iscritto, che Nerino non potrà essere ‘cane di quartiere’, con motivazioni di cui prendo atto, nel rispetto della legge. Testualmente, tra l’altro, l’ASP7, Dipartimento di prevenzione veterinaria, scrive che ‘residenti del luogo dove Nerino è solito stazionare (traversa di via Sant’Andrea) riferiscono di comportamenti dell’animale che possono arrecare disturbo alla circolazione stradale ed hanno confermato il manifestarsi di atteggiamenti aggressivi diretti a ragazzini e talvolta anche a persone adulte’. Dai servizi veterinari dell’ASP7 mi hanno anche comunicato che Nerino può essere adottato e uscire così dal canile dove è stato protetto e curato, ritrovando la sua libertà. Ho già ricevuto una precisa disponibilità in tal senso da chi mostra tanto affetto nei suoi confronti.”

Sin qui la sintesi dei fatti resi pubblici sia pure attraverso canali non convenzionali. Ma cosa prevede la legge a proposito dei cani liberi? Il riferimento normativo è l’articolo 19 della legge della Regione Sicilia 15/2022, il quale al comma 10 recita: “Non si procede alla reimmissione sul territorio dei cani vaganti recuperati e sterilizzati soltanto nel caso di manifesta pericolosità o di soggetti a rischio di aggressività o morsicatori in maniera conclamata […] secondo la valutazione dei medici veterinari dell’azienda sanitaria provinciale appositamente formati.” Stando al dettato della legge, dunque, il parere negativo sulla reimmisione in libertà deve essere limitato ai casi di “manifesta pericolosità”, “soggetti a rischio di aggressività”, “morsicatori in maniera conclamata”, e le suddette valutazioni devono essere formulate da personale veterinario appositamente formato, quindi specializzato sul comportamento animale. Nel caso di Nerino, a oggi, non risulta essere stata svolta una simile valutazione da parte di un veterinario comportamentalista, l’unico parere medico pervenuto essendo quello del veterinario del rifugio di Regalbuto già citato da Monisteri: “il suo carattere mite e la sua indole docile […] non mettono assolutamente a rischio chiunque venga a contatto con lui”. Al contrario, la valutazione negativa dell’Asp ragusana sulla potenziale pericolosità di Nerino, secondo quanto sarebbe riportato nella pec inviata al Comune di Modica, sembrerebbe basarsi esclusivamente su segnalazioni ricevute da non meglio specificati residenti su non meglio specificati comportamenti aggressivi.

Dal mondo della cinofilia sono state espresse gravi perplessità circa questa decisione. Serena Augello, l’educatrice cinofila che ha seguito il cane da libero, occupandosi di lui anche nel periodo in cui è stato sottoposto a un intervento di amputazione di una zampa la scorsa primavera (dopo il quale Nerino è ritornato in libertà), e che è in prima fila tra coloro che oggi ne richiedono la liberazione, si è così espressa in un’intervista alla rivista online Kodàmi: “Sono andata a trovare Nerino qualche giorno fa in canile e sono uscita da lì con un magone in gola. Nerino aveva la testa bassa, era assente, aveva perso quella luce negli occhi che fino a qualche giorno prima invece brillavano tra le strade di Modica. Anche Bianca (la cagna compagna di strada di Nerino, NdR) è molto triste e cerca ancora insistentemente il suo amico. Adesso un parere di una non meglio specificata ASP ha detto no alla sua reimmissione in territorio. Chi si è occupato di redigere questa dichiarazione? È stato un veterinario comportamentalista che ha tenuto conto anche della psiche del cane? Chiediamo che a queste nostre domande venga data risposta e che in primis venga data a Nerino che ancora aspetta di capire perché gli è stata sottratta la cosa più preziosa che aveva: la sua libertà”.

Anche la dottoressa Isa Colossi, istruttrice cinofila e volontaria da diversi anni al canile Maia di Chiaramonte Gulfi, pone la questione in termini chiari: “Chi è il Medico Veterinario COMPORTAMENTALISTA (perché la laurea in medicina veterinaria non è sufficiente in questo caso) o l’istruttore cinofilo certificato e qualificato che ha fatto la valutazione comportamentale del cane? Inoltre, possono essere resi noti eventuali referti di pronto soccorso che attestino l’aggressività del cane e la sua pericolosità? Perché se il cane non ha mai morso o arrecato danni l’Asp dovrebbe attenersi a motivazioni di tipo sanitario e comportamentale e lasciare quelle di ordine pubblico ad altri enti preposti, come la polizia municipale che dovrebbe, allo stesso modo, dare motivazioni precise.”

Contattata telefonicamente dalla nostra redazione ieri 22 agosto, Maria Monisteri ha confermato di non aver ricevuto una valutazione certificata da parte di un veterinario comportamentalista, affermando altresì che come sindaca, stante il parere negativo dell’Asp, non può assumersi la responsabilità della reimmissione pur in assenza dell’idonea certificazione richiesta dalla legge.

Da parte di molti cittadini il verdetto negativo è stato accolto con disappunto se non indignazione, sia da coloro che hanno conosciuto Nerino da libero e ne testimoniano l’indole docile e la piena compatibilità con l’ambiente circostante, sia da chi, in una prospettiva più ampia, sottolinea l’importanza dei cani di quartiere nelle nostre società fortemente antropizzate.

Abbiamo lo strano sentore che ultimamente la figura dei cani di quartiere sia profondamente minacciata da segnalazioni infondate e da una non conoscenza delle loro caratteristiche – sostengono gli scrittori e attiviste antispeciste noti come Troglodita Tribe, autori tra l’altro di Chiudiamo i canili (Ortica Editrice, 2022). – I cani di quartiere sono preziosi ed è dovere di tutta la comunità tutelarne l’esistenza, assicurando loro la dignità di vivere come meglio credono.”

Sembrerebbe insomma che, mentre il legislatore regionale con la nuova norma del 2022 ha allargato le maglie rispetto alla precedente previsione normativa del 2000, che poneva limiti più stringenti alla reimmissione in territorio, e mentre in questi vent’anni la sensibilità collettiva verso la presenza di cani liberi è andata aumentando anche grazie alle numerose esperienze positive registrate in diverse comunità (basti ricordare il nostro Italo a Scicli), gli uffici preposti all’applicazione della legge pongono ostacoli non sempre adeguatamente supportati dai fatti e da valutazioni professionali certificate.

Eppure è un dato di fatto che i canili sono stracolmi di cani i quali, nella grande maggioranza dei casi, non hanno concrete possibilità di essere adottati, restando condannati a una non-vita di deprivazione, sofferenza e solitudine dentro un box. Così come è ampiamente condivisa, nell’ambito del volontariato animalista e della cinofilia più evoluta, l’idea che non per tutti i cani l’adozione, anche quando possibile, rappresenti una soluzione compatibile con la qualità della vita, come ad esempio per quei cani non sufficientemente socializzati con gli esseri umani o per quelli che, come Nerino, hanno vissuto tutta la loro esistenza in libertà, in equilibrio con l’ambiente e scegliendo autonomamente come vivere.

Per Nerino, e per tutti i cani che come lui subiscono decisioni prese dall’alto contro le quali non hanno strumenti di difesa se non abbandonarsi alla rassegnazione e spegnersi lentamente dentro a una gabbia, la manifestazione di domani rappresenta un atto di solidarietà in nome dell’antico patto che, da decine di migliaia di anni, lega noi umani ai cani.