Emergenza fumarole, riflessione e appelli di Terre Pulite

126

L’associazione Terre Pulite interviene sull’emergenza fumarole, puntando il dito conto la classe politica rea di aver “per 50 anni ignorato i problemi ambientali che poneva la serricoltura nel nostro territorio ed ha abbandonato i serricoltori al loro destino, invece di aiutarli a trovare delle soluzioni”.

“È scandaloso- aggiungono- che ad oggi un serricoltore non abbia modo di conferire la fratta, il residuo agricolo di fine coltura, in nessuna struttura adeguata, nonostante magari si sia impegnato a separare spago e gancetti, come è capitato ad un serricoltore che ci ha scritto qualche giorno fa perché vorrebbe smaltire i residui della sua serra secondo giusti criteri. Sapete che ancora oggi nel 2023 non esiste un centro di raccolta della fratta nel nostro territorio!? Questo è il fallimento di una certa politica che a parole ha sostenuto i serricoltori, ma nella realtà li ha lasciati soli con i loro problemi e ha permesso per 50 anni che i residui agricoli venissero bruciati con gravissimo danno per l’ambiente e la salute”.

“Questa politica- proseguono i volontari- fin dagli anni 70 è colpevole di non avere promosso alcuna educazione ambientale dei produttori serricoli! È colpevole di avere consentito a troppi di continuare a bruciare impunemente (per decenni!) anche le plastiche nere della pacciamatura e i contenitori dei fitofarmaci e quanto altro si voglia conferire, in barba alla legge, nelle cosiddette fumarole. Una anarchia totale, una assoluta mancanza di regole e di rispetto per la salute umana, che ancora oggi viene tollerata perché nessuno si impegna seriamente a trovare delle soluzioni, che pure ci sono già e sono applicabili, se solo si volesse farlo.

Qualche esempio?

1) La raccolta e lo smaltimento di tutti i rifiuti serricoli deve innanzitutto essere affidata, con bandi pubblici, solo ad imprese che operano nella piena legalità, anche per evitare che gli stessi rifiuti, una volta ritirati dalle aziende agricole, siano poi abbruciati o interrati in terreni abbandonati, come troppo spesso avviene.

2) Presso le aziende serricole devono essere ritirati sia la fratta, sia i materiali plastici meno pregiati come la plastica nera, che è quella che molto spesso viene poi illegalmente abbruciata.

3) Spago e gancetti in plastica vanno banditi e sostituiti con quelli biodegradabili (con un opportuno acquisto in quantità che potrebbe abbassare i costi).

4) Per quanto riguarda i contenitori dei fitofarmaci esiste già un registro di carico e scarico, ma ci vogliono più controlli presso le aziende serricole, anche per evitare che vengano usati fitofarmaci di provenienza dubbia.

5) È necessario informare gli imprenditori serricoli su quanto sia importante smaltire correttamente la fratta e le plastiche delle coltivazioni. È urgente e necessario anche per non compromettere la qualità e di conseguenza il prezzo dei loro prodotti orticoli.

A quale cliente verrebbe in mente di acquistare ortaggi provenienti da un ambiente insalubre?

Le diossine prodotte dalle fumarole infatti inquinano l’aria e anche le falde acquifere, alterando di conseguenza la salubrità degli ortaggi, con gravissima compromissione della salute di tutti”.

“È ora di trovare finalmente le soluzioni- concludono gli ambientalisti- perché gli agricoltori serricoli possano smaltire correttamente i loro rifiuti e di perseguire con forza coloro i quali si ostinano a continuare a bruciare illegalmente ad ogni ora del giorno e della notte. Noi di Terre Pulite facciamo proposte concrete, non ci rassegnamo a questo degrado e continueremo a vigilare e denunciare con sempre più forza. l’immobilismo della politica e delle istituzioni”.