Musica, colori e divertimento. Si è conclusa ieri a Marina di Ragusa, la seconda edizione del Ragusa Pride.
Una sfilata allegra e colorata che è partita dalla panchina rainbow di Marina di Ragusa (lungomare Bisani angolo via Portovenere) fino a giungere a piazza Torre dove si è svolto l’evento finale tra il saluto delle istituzioni e musica live e dj set.
Tanti i partecipanti, circa 4mila secondo gli organizzatori: famiglie, coppie, giovani e meno giovani uniti dai colori dell’arcobaleno che hanno riempito Marina di Ragusa, per dire, con forza e senza freni, che l’unicità e le diversità sono bellezza e non dei limiti.
Giunti a piazza Torre, dal palco si sono succeduti gli interventi delle associazioni del Comitato Pride.
“Ci hanno chiesto di non fare troppo rumore quest’anno – ha dichiarato Andrea Ragusa, presidente Arcigay Ragusa – ma vi svelo un segreto: questo è un pride politico, anzi ogni Pride è politico, è un atto di ribellione”.
“I grandi cambiamenti partono dal basso, dalla partecipazione – hanno detto i Papà per scelta, i padrini della sfilata di ieri – I pride sono importanti soprattutto in questo momento, la visibilità delle nostre storie. Non dobbiamo chiedere il permesso alla politica per avere ciò che ci spetta”.
Sul palco anche i rappresentanti dei Comuni patrocinanti e della consulta giovanile di Ragusa.
L’ultimo intervento è stato di Peppe Scifo, Cgil Ragusa (che è stata partner del Ragusa pride 2023) che ha ricordato che oggi, 2 luglio, ricorre un anno dalla scomparsa di Daouda, dedicando la piazza alla battaglia per la verità e i diritti di tutte e tutti.