Fumarole, l’aria torna irrespirabile a Vittoria

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Con la bella stagione alle porte torna inesorabilmente alla ribalta la questione fumarole.  Vittoria, in quanto città che basa la sua economia sulla produzione ortofrutticola, continua ad essere una delle realtà urbane che soffre, più di altre, di questa che per molti è una iattura.

Sono infatti ancora in molti a liberarsi della fratta bruciandola e spesso, con essa, viene data alle fiamme anche della plastica residuale. Le fumarole, di conseguenza, producono diossina che resta nell’aria da respirare, si deposita sul terreno e si infiltra nelle falde acquifere. Tantissimi i cittadini che, sui social, lamentano di doversi letteralmente chiudere in casa, serrando le finestre, per evitare la puzza e non respirare l’aria avvelenata. Anche chi ha la possibilità di godersi un piccolo giardino o una veranda, quindi, deve rinunciarci.

La diossina, è bene ricordarlo, ha la capacità di bioaccumularsi , cioè si accumula in modo irreversibile sui tessuti degli organismi viventi. A lungo andare questo accumulo crea diversi problemi soprattutto nel sistema immunitario. L’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro ha inserito questo aggregato nel gruppo degli agenti cancerogeni per l’uomo. E’ quindi una sostanza cancerogena accertata.

Già nel 2018, nell’Atlante Sanitario dei Tumori in Sicilia e nella 21^ Relazione sanitaria redatta dell’Asp 7 di Ragusa, era stato reso noto come nei tre distretti (Ragusa, Modica e Vittoria) c’è una significativa incidenza di forme tumorali e in particolare nelle aree di Vittoria, Comiso, Acate, Santa Croce Camerina, Ragusa, Scicli, Ispica. Le cose, in questi anni, non sono certo cambiate.

A tal proposito, il comitato Terre Pulite chiede all’Amministrazione Comunale di Vittoria che cosa stia mettendo in atto contro le fumarole che, soprattutto in questo momento della stagione agricola, imperversano in tutto il territorio. “Abbiamo più volte incontrato il sindaco di Vittoria per discutere di questo annoso tema- dichiarano- ma finora non abbiamo visto nulla di concreto. Eppure, il pericolo per la salute pubblica è molto alto. Chiediamo quindi ai nostri amministratori di trovare subito soluzioni urgenti per arginare il fenomeno delle fumarole, sia spiegando agli agricoltori come evitare l’abbruciamento dei residui agricoli misti a plastica, sia monitorando il territorio per evitare che mani criminali brucino i rifiuti indifferenziati come troppo spesso accade”

Per Terre Pulite è inoltre necessario far ripartire subito il tavolo tecnico, interrotto a maggio 2022, con le aziende che riciclano le seminiere di polistirolo a costo zero. “Chiediamo anche- aggiungono- che le cosiddette guardie ambientali istituite da questa amministrazione siano utilizzate per monitorare le aziende agricole nei momenti critici in cui avvengono gli abbruciamenti, cioè all’alba e al tramonto.  Chiediamo che sia avviata una massiccia campagna di informazione e di sensibilizzazione nei confronti degli agricoltori per divulgare le buone pratiche che rendano le aziende agricole virtuose dal punto di vista dei rifiuti”.

In ballo, d’altronde, c’è la salute di tutti.