Continua la conta dei danni all’interno delle aziende agricole ragusane causate dalle piogge ma, soprattutto, dal vento di questi giorni. A subire le conseguenze più pesanti il versante ipparino del nostro territorio provinciale: Vittoria, Acate, Santa Croce e Comiso le zone più colpite, dove sono stati scoperchiati capannoni e danneggiate le coperture e le strutture delle serre, inoltre sono stati sradicati e spezzati carrubi, ulivi e mandorli, compromettendo pesantemente il raccolto. Nelle campagne di Ragusa, Modica e Scicli tonnellate di carrube verdi a terra, almeno il 20% del raccolto, da quanto emerge da una prima ricognizione. Tante le aziende che non potranno utilizzare il fieno falciato, in alcune aziende l’80% è da buttare. L’unica zona che è stata esentata da danni gravi, anche se non sono mancati i disagi, è quella dell’Ispicese.
Confagricoltura Ragusa fa appello alle istituzioni preposte affinché si dichiari lo stato di emergenza regionale e quello di calamità nazionale, attivando in tempi celeri, dopo il censimento dei danni agli impianti e alle produzioni da parte dell’Ispettorato Provinciale dell’Agricoltura, misure di ristoro e sgravi nei confronti degli imprenditori agricoli ragusani, già vessati da rincari energetici e costi di produzioni sempre più insostenibili.
Il cambiamento climatico non può essere gestito come una serie di sempre più frequenti imprevedibili emergenze, occorre investire seriamente nella prevenzione. L’Organizzazione degli imprenditori agricoli ragusani chiede quindi alla Regione Siciliana che si dia piena operatività all’Osservatorio regionale sui cambiamenti climatici per provare, se non a governarli, almeno a ridurne gli effetti devastanti sulla nostra economia e sul nostro territorio.