È stato sottoscritto oggi, 4 maggio , presso la Prefettura, un Protocollo d’Intesa volto a prevenire la dispersione scolastica e la devianza giovanile e ad assicurare la piena attuazione delle funzioni di tutela dei minorenni o dei giovani adulti destinatari di provvedimenti giudiziari civili e penali.
Il Protocollo, che rappresenta una novità per questo territorio e chiude il cerchio della competenza distrettuale del Tribunale per il Minorenni di Catania, è stato sottoscritto dal Prefetto, Giuseppe Ranieri, , dal Presidente del Tribunale per i Minorenni di Catania, dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Catania, dal Presidente del Tribunale di Ragusa, dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Ragusa, dai Sindaci dei Comuni della Provincia e dal Commissario Straordinario del Comune di Modica, dal Commissario del Libero Consorzio Comunale di Ragusa, dal Direttore Provinciale dell’INPS di Ragusa e dal Dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Ragusa.
Hanno sottoscritto d’intesa anche i vertici delle locali Forze di Polizia.
Il Prefetto, nel corso della riunione, ha evidenziato l’importanza strategica del Protocollo che, se compiutamente attivato e miratamente utilizzato potrà costituire uno strumento fondamentale di prevenzione per monitorare i dati sulla dispersione scolastica e promuovere iniziative di prevenzione e contrasto, nonché per intercettare situazioni di devianza minorile, sospendendo ogni forma di contribuzione statale quale il reddito di cittadinanza.
Con l’impegno assiduo della Prefettura e degli aderenti deputati alle relative attività di verifica, segnatamente i servizi sociali dei Comuni e le istituzioni scolastiche, si riuscirà a far emergere il fenomeno ed a ridurne auspicabilmente gli effetti.
Come è stato rilevato, i dati relativi alla evasione dell’obbligo scolastico nella provincia di Ragusa evidenziano come alcune aree del territorio vedano un’incidenza significativamente maggiore del fenomeno;, ciò avviene soprattutto nelle aree che gravitano sulla cd. “fascia trasformata” dove i minori ,appartenenti a nuclei stranieri che alloggiano in contesti di assoluto degrado, vivono in condizioni di abbandono e sono pressoché “invisibili” per l’anagrafe e, di conseguenza, per le istituzioni scolastiche..
Sebbene qualche segnale positivo si registri, molto è ancora da fare ed i meccanismi di penalizzazione previsti dal Protocollo che colpiscono le famiglie che disattendono l’obbligo di istruzione dei figli, privandoli, quando se ne verificano tutte le condizioni, delle provvidenze sociali, ivi incluso il reddito di cittadinanza, grazie ai meccanismi, previsti nel documento che raccordano i dati tra Comuni, Scuola e INPS, possono concretare un valido deterrente a comportamenti spregiudicati e lassisti.
I lavori odierni hanno stimolato un vivo interesse dei partecipanti a contribuire in maniera strutturata e congiunta operando tempestivamente per l’attuazione dell’intesa. Già nelle prossime settimane sarà convocata una conferenza di servizi cui hanno assicurato la partecipazione il Presidente del Tribunale per i Minorenni di Catania ed il Procuratore presso il Tribunale per i Minorenni di Catania , al fine di agire concretamente iniziando proprio da quei territori maggiormente esposti.
Considerata la finalità perseguita, è stato, inoltre, istituito un Osservatorio provinciale per la verifica sull’attuazione del medesimo Protocollo, insediato presso la Prefettura..
Soddisfazione per l’iniziativa è stata espressa da tutti i partecipanti che hanno assicurato il massimo impegno per la migliore riuscita degli intenti espressi che si collocano in un complessivo intervento a sostegno delle varie forme di fragilità e malessere che è dato cogliere in alcune aree del territorio provinciale.
Come richiamato dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei Minorenni, Carla Santocono, infatti, “la questione minorile è di evidente importanza per lo sviluppo ed il benessere della società e la dispersione scolastica è il primo segnale su cui intervenire”
Il Presidente del Tribunale per i Minorenni, Roberto Di Bella, poi, ha invocato una grande attenzione verso l’infanzia negata ribadendo che “lo sviluppo corretto di un minore significa garantire condizioni di sicurezza e progresso con riverbero positivo anche sulle famiglie, ciò soprattutto in contesti di povertà educativa non degne di una società civile”