Una grande emozione. Bisogna trovarsi in mezzo per percepire l’affetto profondo e la devozione che i chiaramontani nutrono per la propria Regina e Patrona. Quella di ieri è stata la giornata in cui un intero territorio manifesta nel profondo, al di là degli aspetti prettamente religiosi, la propria identità. Anche stavolta tutti di corsa a ringraziare Maria Santissima di Gulfi. Un modo unico di esprimere un attaccamento che dura da secoli e che, ogni anno, si rinnova con trepidazione. Quella di ieri era la 379esima Salita. Dal santuario di Gulfi sino ad arrivare in piazza Duomo, fedeli a migliaia. Una lunga teoria di devoti ha animato, senza soluzione di continuità, un percorso lungo quattro chilometri. E’ la corporeità della fede. Che si traduce nel celebrato atto della “salita”, l’“accianata” per dirla in dialetto. Ma è, soprattutto, la passione di un popolo, quello che si riconosce nella propria Madre. La festa più attesa del centro montano non ha tradito le attese. Nonostante le incertezze del maltempo. E, in effetti, la pioggia aveva caratterizzato le prime ore del mattino. Poi, ha fatto capolino un tiepido sole quando, dopo la concelebrazione presieduta da padre Giovanni Piccione, è stato dato il via, alle dieci in punto, al momento più coinvolgente. Lungo i tornanti della strada provinciale n.7, che collega il santuario a piazza Duomo, i portatori a fare da battistrada, preceduti dai componenti della banda musicale Alessandro Scarlatti ad intonare l’immancabile “N. 11”, la processione si è mossa, come sempre, con una velocità che non conosce paragoni rispetto ad altre manifestazioni religiose analoghe presenti nel circondario diocesano. Tutti si sono dati da fare grazie all’utilizzo delle apposite corde. Dagli uomini di Chiesa ai rappresentanti delle forze dell’ordine, dalla gente più semplice a studiosi di fama e imprenditori affermati. Non c’è stata distinzione. Tutti accomunati dal grido “Viva Maria”. Alternando tratti di corsa ad altri con passo comunque spedito, il simulacro, come succede sempre, ha raggiunto piazza Duomo nel giro di un’ora, alle undici in punto. Qui, poi, è tornata a riproporsi una pioggerellina che ha limitato, di fatto, le entrate e uscite del simulacro dalla navata centrale dell’edificio di culto. Quindi la santa messa presieduta dall’arciprete parroco, don Graziano Martorana. Nel pomeriggio, il tempo incerto ha fatto da cornice al tradizionale “Cuncursu” che, per la prima volta nella storia, a causa della chiusura del corso Umberto per lavori, ha visto la processione passare per via Fonderia sino all’uscita in piazza Santissimo Salvatore. Oggi, intanto, prende il via il solenne novenario con la giornata dedicata ai trappitari. La messa delle 11 sarà presieduta da don Giuseppe Antoci, vicario foraneo. Quella delle 19, invece, dal predicatore, padre Rosario Fontana da Roma della Congregazione della Passione di Gesù Cristo. A conclusione, la serata sarà animata dai trappitari. Domani, invece, giornata dei mugnai e dei panificatori. La messa delle 11 sarà celebrata da don Maurizio Di Maria, vicario giudiziale della diocesi di Ragusa. Alle 19 la santa messa tenuta dal predicatore e a conclusione della serata l’animazione di mugnai e panificatori. Mercoledì 19 aprile, giornata della donna. Alle 11 la santa messa presieduta da don Giuseppe Burrafato, parroco della Cattedrale san Giovanni Battista di Ragusa. Alle 19 la celebrazione eucaristica in cui saranno ricordati i defunti dello scorso anno. A conclusione, degustazione di dolci preparati dalle donne. A sostenere con un supporto mediatico l’iniziativa religiosa Confcommercio provinciale Ragusa con il presidente Gianluca Manenti e Confcommercio sezionale con il presidente Danilo Scollo.