Il candidato sindaco di Ragusa Riccardo Schininà torna a parlare di sanità, e questa volta si tratta della stabilizzazione di 75 infermieri e 55 OSS, la maggior parte in servizio all’ospedale Giovanni Paolo II e all’OMPA, a cui il 30 aprile scade il contratto di lavoro. Schininà ritiene improcrastinabile l’intervento del sindaco Cassì affinché si schieri dalla parte dei lavoratori, ma soprattutto a difesa dell’erogazione dei servizi sanitari perché il depauperamento dei singoli reparti di queste figure professionali, la maggior parte impegnata negli ospedali ragusani, creerebbe non solo problemi nella qualità dell’assistenza alla cittadinanza, ma anche incrementerebbe le liste di attesa.
“Registriamo un silenzio disarmante e una staticità inaccettabile, ancora una volta, da parte del sindaco Cassì in ordine al grossissimo problema che riguarda i precari, la maggior parte in forza all’ospedale Giovanni Paolo II e all’OMPA, tra personale infermieristico e OSS, il cui contratto scade il prossimo 30 aprile. Ad oggi non risulta alcuna nota da parte del primo cittadino che, come ben noto, è responsabile della sanità pubblica nel suo comprensorio.
Sappiamo perfettamente che non è compito del sindaco procedere con eventuali proroghe o atti affini, ma sappiamo altrettanto bene che di certo rientra tra le sue competenze il sollecito, la richiesta di un incontro con i vertici dell’Asp e tutte quelle azioni volte non solo alla salvaguardia dei posti di lavoro (a cui stanno alacremente lavorando le sigle sindacali), ma soprattutto la primaria tenuta della buona gestione della sanità.
Mentre in altre realtà siciliane – come è stato fatto presente dalle sigle sindacali ragusane – si è proceduto da parte delle Asp all’estensione del contratto al 31 dicembre, nel territorio ragusano questo non è stato fatto, ed anzi è stata proprio la direzione dell’Asp a chiedere ai direttori e quindi ai coordinatori di tutti i reparti degli ospedali iblei di fornire relazioni sull’effettiva necessità/impiego dei lavoratori precari (infermieri e OSS) assegnati ai singoli reparti.
Inevitabile il caos, la penuria di ulteriori professionalità nei singoli reparti e una sanità che non riguarda esclusivamente la città di Ragusa ma l’intero comprensorio. Dinnanzi una situazione talmente allarmante per la nostra sanità, per decine e decine di famiglie che non sanno quale futuro li attende tra qualche settimana ed anche per coloro che rimangono in forza a cui inevitabilmente potrebbero essere non concesse o decurtate le ferie nei mesi estivi per carenza di personale, ancora una volta assistiamo al silenzio del sindaco Cassì. Ritengo che un primo cittadino debba tutelare tutti questi aspetti ed entrare con forza su quelle scelte strategiche dell’Asp che a cascata hanno risvolti preoccupanti per la nostra comunità. Siamo stanchi di questo immobilismo, siamo esasperati che la città non possa avere voce in capitolo su questioni che riguardano tutti. La sanità e la buona sanità sono un diritto che, chi ne ha competenza e il sindaco certamente rientra tra questi, deve difendere con i denti. Le logiche aziendali dell’Asp su queste tematiche vanno valutate in un apposito tavolo di concertazione a cui oltre le sigle sindacali deve sedersi anche il primo cittadino, sia che venga invitato o che si auto inviti, perché si parla di un valore da tutelare, salvaguardare e che riguarda tutti!”