Un interessante parallelismo sui temi energetici tra la Svizzera e l’Italia è stato il cuore del dibattito organizzato dal circolo Legambiente Scicli “Kiafura” che si è svolto venerdì 14 aprile presso il Circolo di cultura “V.Brancati” di Via Aleardi, nella cuore della cittadina Iblea. Il dottore Francesco Barone, manager per l’efficientamento energetico nel Comune di Losanna, ha presentato una stimolante relazione sul tema delle energie rinnovabili nel comune di Losanna, interagendo con la presidente del Circolo Alessia Gambuzza e con il pubblico presente in sala.
Tra gli argomenti, si è discusso del Piano climatico di Losanna e di come esso sia originato “dal basso”, ovvero concertato con i cittadini, attraverso manifestazioni e interpelli a livello comunale avvenute nel 2019 e validate nel piano climatico del 2020 da parte della giunta comunale. Il piano climatico, prevede tra le altre cose, un divieto dei veicoli termici in città a partire dal 2030 e zero emissioni di gas a effetto serra entro il 2050.
Per quanto riguarda l’energia, il mix di produzione di energie elettrica in Svizzera è composto da: 60% idroelettrico, circa 32% nucleare e circa 8 % rinnovabili (fotovoltaico, biomassa e eolico). Le centrali nucleari erano 5, ma in seguito alla votazione sulla strategia energetica svizzera in vigore dal 1 gennaio 2018, l’impianto più datato è stato messo fuori servizio a fine 2019. La strategia energetica prevede une progressiva diminuzione della produzione nucleare fino al 2035, data alla quale tutte le centrali nucleari verranno dismesse. Sin da ora gli investimenti per la produzione di energia sono concentrati sulle fonti rinnovabili.
Per quanto riguarda la strategia termica di Losanna, è previsto di estendere il teleriscaldamento attraverso pompe di calore centralizzate, dall’attuale 25% degli abitanti fino al 75% entro il 2050. Le fonti rinnovabili principali che saranno valorizzate sono: le acque lacustri, le acque reflue e il legname da foreste piantumate secondo un piano specifico di forestazione proprio per la produzione di energia, attraverso delle centrali a cogenerazione (produzione di elettricità e calore) e recupero di calore dell’inceneritore (che copre attualmente circa il 125 – 15% del fabbisogno termico). A quest’ultimo è rigidamente destinata la quota parte del secco indifferenziabile.
Energia rinnovabile da fotovoltaico e da eolico è in produzione e sarà incrementata, sfruttando così ai fini energetici anche quella quota di energia solare ed eolica disponibile alla latitudine della Svizzera.
Si è parlato anche delle Comunità energetiche, ovvero della produzione di energia da parte di famiglie aggregate per l’autoconsumo. In Svizzera le pratiche amministrative per le comunità energetiche sono complicate e i gestori di rete si sono trovati di fronte alla difficoltà di applicare la legge che è stata interpretata diversamente da un gestore all’altro. Ma è anche vero che la Svizzera non dipende dal gas come l’Italia, ed avendo avuto a seguito della guerra in Ucraina incrementi del prezzo dell’energia per i cittadini limitati al 20-25% (in Italia, invece, anche del 100%), non avverte la priorità immediata di reperire altre fonti di energia e sviluppare l’autoproduzione.
Il Comune di Losanna, attraverso un sito web dedicato ai cittadini (denominato Equiwatt) diffonde un programma di sostegno per le misure di efficienza energetica con consigli per la riduzione del consumo e ogni anno partecipa al European Energy Award, concorso europeo che premia le città che si distinguono per l’efficienza energetica.
L’incontro si è rivelato estremamente interessante per due ragioni. La prima, ampiamente prevista da tutti noi ascoltatori, ha riguardato l’argomento energetico, che per la città di Losanna è centrale, come in tutte le città svizzere. Più che gli impianti, hanno colpito gli aspetti organizzativi, essendo gestiti da un team di manager comunali che quotidianamente lavorano sui temi in modo da ottimizzare le risorse energetiche, far risparmiare i cittadini e migliorare la loro qualità della vita.
La seconda ragione dell’interesse suscitato sta tutta nel rapporto con la cittadinanza, un rapporto continuo, che si estrinseca attraverso la comunicazione istituzionale, dibattiti pubblici, referendum, visite presso gli impianti di produzione energetica, durante le quali i dati delle emissioni e i monitoraggi vengono resi pubblici quotidianamente. Una partecipazione totale dei cittadini alle decisioni pubbliche in un rapporto di fiducia assoluto tra cittadini e amministrazione. Una partecipazione effettiva e concreta, insomma, ben lontana da quella di maniera così in uso nel nostro Paese.
In Svizzera non si producono solo orologi di altissima precisione e affidabilità, ma anche modelli di democrazia partecipata che dovrebbero essere emulati con rispetto e attenzione anche da noi.