Che grande emozione. Che rappresentazione carica di pathos. E che consistente presenza. Almeno un migliaio i fedeli che, ieri pomeriggio, hanno partecipato alla Via Crucis vivente, a Ragusa, nel quartiere in cui sorge la parrocchia del Sacro Cuore. Quest’anno, poi, la novità delle parti recitate. Tutte molto ben apprezzate dai presenti. I figuranti hanno dato il meglio di loro e, guidati dal parroco, il sacerdote Marco Diara, hanno saputo rappresentare, con una presenza scenica non comune, i momenti più significativi della Passione del Signore. La partenza da via Bellarmino dove Pilato “se n’è lavato le mani” e dove è stata rappresentata la flagellazione del Cristo. Poi, il corteo, caratterizzato quest’anno anche dalla presenza di cavalieri romani a cavallo, si è snodato lungo via Mongibello e per altre strade del quartiere con la figura del Cristo a fare da punto di riferimento. Si è arrivati, dunque, dinanzi al prospetto della chiesa. Qui, sul sagrato, la crocifissione di Gesù e la deposizione. Anche in questo caso con parti recitate e con una nuova ambientazione scenografica che ha reso il tutto molto più coinvolgente. Stiamo parlando di un rito suggestivo, intenso, spiritualmente elevato che ha riscosso gli applausi finali di tutti coloro che erano presenti. Don Diara, ispiratore e organizzatore per il quarto anno di questo appuntamento assieme ad altri componenti della comunità, chiarisce come in questo modo si voglia lanciare un messaggio ancora più forte in ordine ai temi pregnanti della domenica dedicata alla celebrazione dell’ingresso di Gesù in Gerusalemme oltre a tutto quello che accade prima e durante la crocifissione. Da sottolineare, poi, il messaggio finale legato alla Resurrezione quando l’apostolo Giovanni afferma: “Non dobbiamo scoraggiarci, abbiamo il suo insegnamento, abbiamo il suo corpo e il suo sangue vivo e vero sotto le specie eucaristiche. E poi c’è la sua grande promessa: il maestro divino ritornerà ancora in mezzo a noi”. E la Maddalena di rimando: “Risorgi, Gesù, ritorna in mezzo a noi”. “Come sempre – dice don Diara – cerchiamo, con questo sistema, di arrivare ancora di più nel cuore della gente. Abbiamo la speranza di esserci riusciti. E’ la quarta volta che questa comunità vive un’esperienza del genere. E ritengo che sia andata davvero molto bene. Ciascun componente della rappresentazione ha cercato di rendersi protagonista a modo proprio della grande ricostruzione che abbiamo tentato di portare all’essere”. La Via Crucis vivente ha permesso ai figuranti di confrontarsi con una situazione alquanto delicata essendosi immersi con grande attenzione nel ruolo chiamato ad interpretare. Anche per questo sono arrivati numerosi attestati di riconoscimento da parte di chi era presente.