“Avevamo già lanciato l’allarme ad inizio d’anno e da allora sono trascorsi tre mesi e la situazione oggi rischia seriamente di arrivare al punto di non ritorno con il conseguente blocco dei lavori del cantiere della Rosolini-Modica.
La questione è ferma a Roma e il pallino è in mano al Ministero delle Infrastrutture!”
Questa la dichiarazione del Presidente di ANCE Ragusa, geom. Giorgio Firrincieli, che specifica: “La scorsa settimana, a fianco dell’Impresa appaltatrice, Cosedil S.p.A., abbiamo partecipato ad un incontro con l’Assessore Aricò e il Direttore Lizzio, Infrastrutture, con i vertici del CAS, Nasca, Presidente, e Minaldi, Direttore Generale, e abbiamo potuto verificare come sia la Regione che l’Ente Appaltante hanno fatto tutto ciò che dovevano per non arrivare a tale stato comatoso della commessa. L’impresa vanta circa 14 milioni di euro e non è più nelle condizioni di garantire i salari e gli stipendi dei propri dipendenti e non è in grado di sostenere i subappaltatori e i fornitori.
Così, mentre a Roma si discute, le nostre Imprese e le aziende dell’indotto saranno costrette a fermarsi e i nostri lavoratori rischiano il licenziamento: l’aria che si respira è veramente insopportabile.
Chiediamo ai nostri parlamentari nazionali di raccogliere il grido di dolore della propria terra e farsi parte diligente con il Ministro e con la struttura del MIT al fine di passare dalle chiacchiere ai fatti.
Ribadisco, ancora una volta”, continua Firrincieli, “che il tratto autostradale Ispica-Modica è strategico per tutto il nostro Sud-Est specialmente adesso dato che a brevissimo partiranno i cantieri del raddoppio della Ragusa-Catania e senza una alternativa viaria che consenta di bypassare i semafori, le deviazioni e le interruzioni sulla SS514 e SS194, il viaggio per arrivare al capoluogo etneo o per tornare negli iblei si trasformerà in un incubo con tempi di percorrenza improponibili.”
L’amara, e drammatica, considerazione è che le risorse economiche sono già state stanziate e sono nelle disponibilità del Ministero che, però, tarda incredibilmente a trasferirle al CAS il quale, per tutta questa vicenda, non è responsabile.