La Commissione Politiche europee del Senato ha bocciato la proposta per il riconoscimento dei diritti dei figli di coppie dello stesso sesso e l’adozione di un certificato europeo di filiazione proposto dall’Unione Europea.
«In questa bocciatura – afferma Andrea Ragusa, presidente di Arcigay Ragusa – sembrano riecheggiare, in maniera paurosa, le frasi che sono ormai diventate una consuetudine:
“Ogni bambino deve avere una madre e un padre”
“le relazioni omosessuali sono meno stabili e non offrono continuità familiare”
“i figli di persone omosessuali hanno maggiori probabilità di sviluppare problemi psicologici”
In Italia, sulla base di questi pregiudizi il governo porta avanti una crociata ideologica che
intima lo stop al riconoscimento e alle trascrizioni di queste famiglie, bocciando il certificato
di filiazione europea che permetterebbe ai figli delle coppie dello stesso genere il
riconoscimento dei propri diritti in tutta Europa.
Se al governo Meloni importasse del benessere di questi bambini guarderebbe alla qualità
dei processi interni a queste famiglie: alla qualità della relazione di coppia e alla capacità dei genitori di accordarsi nelle funzioni genitoriali.
Ci stiamo avvicinando a un’idea di purezza che è molto pericolosa. La genitorialità è un
desiderio che andrebbe incoraggiato e sostenuto. E poco importa ai bambini delle
aspettative sociali legate al genere, all’orientamento, a loro basta essere amati. Vietare il
riconoscimento di queste famiglie significa di fatto discriminarle.
La premura del governo è di continuare a discriminare persone già discriminate.
Ci saranno mobilitazioni a livello nazionale e a livello regionale. Una cosa, però, mi turba: come mai nessun partito o movimento del nostro territorio vicino alle persone Lgbtqia+ si è espresso? Si sono forse dimenticati di noi tutt3?».
Unica eccezione, al momento, quella del candidato sindaco di Ragusa della coalizione progressista e riformista, Riccardo Schininà, il quale ha definito “gravissima l’ultima circolare del Ministero degli Interni sulla registrazione degli atti di nascita di figli di coppie omogenitoriali, che di fatto, contravvenendo agli indirizzi della Corte costituzionale e dell’UE, nega il diritto dei bambini a essere riconosciuti da entrambi i genitori.