“Padre Calì ci ha lasciato. Si è spento alle prime ore del mattino”.
È il sindaco di Vittoria, Francesco Aiello, a dare l’annuncio sui social.
“Esprimo il dolore e il compianto mio e dell’intera Cittadinanza.
La città non dimenticherà mai il valore della sua azione religiosa e pastorale.
Azione forte e coraggiosa che guardava alla dimensione umana come punto d’approdo di ogni confronto civile e religioso.
Addio Monsignore, grazie per avermi trattato sempre come un amico sincero devoto e leale”.
Le Esequie saranno celebrate domani, lunedì 13 marzo, alle 16 nella Basilica di San Giovanni Battista a Vittoria. La salma sarà esposta nella stessa basilica dalle 8 di domani.
Giuseppe Calì è nato a Vittoria l’otto giugno del 1927, sin da piccolo manifestò subito la volontà di voler frequentare il seminario. Lì completò gli studi e il 29 giugno del 1953, fu ordinato sacerdote da Mons. Ettore Baranzini, arciprete della cattedrale di Siracusa.
Il 3 luglio dello stesso anno, ha celebrato la sua prima messa a Vittoria, nella chiesa di S. Giovanni Battista, assieme a mons. Sebastiano Rosso, che successivamente divenne vescovo di Piazza Armerina.
Nello stesso periodo in cui la Madonna lacrimò a Siracusa, in una casa di gente umile, fu assegnato a Palazzolo Acreide, dove rimase per due anni come vice parroco.
Nel 1956 fu destinato a Canicattini Bagni, dove rimase fino al settembre dello stesso anno e poi fu assegnato a Vittoria.
Sul finire degli anni ’50 Ragusa diventò sede di diocesi e Mons. Francesco Pennisi ne fu il primo vescovo. In quel periodo decise di creare sette parrocchie a Vittoria al posto delle tre già esistenti.
Dal territorio parrocchiale del Sacro Cuore, per iniziativa del parroco dell’epoca mons. Giuseppe Gurrieri, furono create due nuove parrocchie: SS. Rosario e S. Giovanni Bosco.
Padre Calì fu assegnato proprio alla parrocchia del Santissimo Rosario, edificata il 24 giugno 1956, di cui prese possesso canonico nel mese di settembre. Dal 1956 al 1963 il neo parroco, con le offerte dei fedeli e i contributi della Regione Siciliana, riuscì a fare costruire dapprima i locali parrocchiali: un saloncino, la canonica e due aule per il catechismo, mentre fu lasciata come spazio destinato all’edificazione futura della chiesa, un’area rettangolare di circa m. 10,50 x 18,00 fra le vie: Vicenza e Fratelli Briganti.
Insegnante di religione presso il Liceo Classico “ R. Cancellieri” ha avuto tra i suoi allievi Giuseppe Areddia, che allorché ottenuto il diploma nel 1958, ebbe a comunicare a don Calì la decisione di voler diventare architetto iscrivendosi al Politecnico di Milano e si sentì dire dal suo insegnante: “ bene, ti farò realizzare la mia Chiesa” . E così fu.
Il 23 febbraio 1970 il parroco Calì ottenne da parte del Ministero LL.PP. la promessa di finanziamento della somma di 40 milioni di lire per il completamento della Chiesa. La data del 18 maggio 1971 infatti è quella del progetto della CHIESA PARROCCHIALE, approvato dalla Commissione Centrale di Arte Sacra di Roma, a firma del suo allievo Giuseppe Areddia.
Già da monsignore riuscì ad inaugurare e benedire con la cerimonia solenne la sua chiesa, sia pure incompleta, il 27 giugno del 1976 e lì continuò infaticabile la sua opera fino al 1978, allorché fu chiamato da arciprete presso la Chiesa Madre di S. Giovanni Battista.
Il 29 giugno del 2003 proprio nella Chiesa Madre è stato celebrato il suo Giubileo Sacerdotale per i 50 anni di sacerdozio. La sua attività pastorale non si è fermata neanche dopo il suo collocamento a riposo, tanto è vero che sia con Mons. Pirillo, sia con Mons. Converso, aveva la disponibilità di un suo ufficio presso i locali della basilica dove riceveva la gente.
Il 3 luglio dello stesso anno, ha celebrato la sua prima messa a Vittoria, nella chiesa di S. Giovanni Battista, assieme a mons. Sebastiano Rosso, che successivamente divenne vescovo di Piazza Armerina.
Nello stesso periodo in cui la Madonna lacrimò a Siracusa, in una casa di gente umile, fu assegnato a Palazzolo Acreide, dove rimase per due anni come vice parroco.
Nel 1956 fu destinato a Canicattini Bagni, dove rimase fino al settembre dello stesso anno e poi fu assegnato a Vittoria.
Sul finire degli anni ’50 Ragusa diventò sede di diocesi e Mons. Francesco Pennisi ne fu il primo vescovo. In quel periodo decise di creare sette parrocchie a Vittoria al posto delle tre già esistenti.
Dal territorio parrocchiale del Sacro Cuore, per iniziativa del parroco dell’epoca mons. Giuseppe Gurrieri, furono create due nuove parrocchie: SS. Rosario e S. Giovanni Bosco.
Padre Calì fu assegnato proprio alla parrocchia del Santissimo Rosario, edificata il 24 giugno 1956, di cui prese possesso canonico nel mese di settembre. Dal 1956 al 1963 il neo parroco, con le offerte dei fedeli e i contributi della Regione Siciliana, riuscì a fare costruire dapprima i locali parrocchiali: un saloncino, la canonica e due aule per il catechismo, mentre fu lasciata come spazio destinato all’edificazione futura della chiesa, un’area rettangolare di circa m. 10,50 x 18,00 fra le vie: Vicenza e Fratelli Briganti.
Insegnante di religione presso il Liceo Classico “ R. Cancellieri” ha avuto tra i suoi allievi Giuseppe Areddia, che allorché ottenuto il diploma nel 1958, ebbe a comunicare a don Calì la decisione di voler diventare architetto iscrivendosi al Politecnico di Milano e si sentì dire dal suo insegnante: “ bene, ti farò realizzare la mia Chiesa” . E così fu.
Il 23 febbraio 1970 il parroco Calì ottenne da parte del Ministero LL.PP. la promessa di finanziamento della somma di 40 milioni di lire per il completamento della Chiesa. La data del 18 maggio 1971 infatti è quella del progetto della CHIESA PARROCCHIALE, approvato dalla Commissione Centrale di Arte Sacra di Roma, a firma del suo allievo Giuseppe Areddia.
Già da monsignore riuscì ad inaugurare e benedire con la cerimonia solenne la sua chiesa, sia pure incompleta, il 27 giugno del 1976 e lì continuò infaticabile la sua opera fino al 1978, allorché fu chiamato da arciprete presso la Chiesa Madre di S. Giovanni Battista.
Il 29 giugno del 2003 proprio nella Chiesa Madre è stato celebrato il suo Giubileo Sacerdotale per i 50 anni di sacerdozio. La sua attività pastorale non si è fermata neanche dopo il suo collocamento a riposo, tanto è vero che sia con Mons. Pirillo, sia con Mons. Converso, aveva la disponibilità di un suo ufficio presso i locali della basilica dove riceveva la gente.
Negli ultimi anni suo stato fisico non gli ha consentito di essere autonomo nei movimenti, ma ha continuato a pregare per la sua città e per i suoi concittadini.