Maria Rita Schembari: “Il sindaco è al servizio e non al comando della città”

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Tra funzione pubblica e visione ‘privata’ da cittadina, di seguito l’intervista alla sindaca uscente di Comiso Maria Rita Schembari che si appresta a vivere la sua seconda competizione elettorale per una continuità amministrativa a palazzo di città. Tanti coloro che ritengono che la Schembari abbia lavorato bene in questi cinque anni e che dovrebbe avere i prossimi cinque per completare il lavoro rimasto in sospeso, come la stessa prima cittadina ci conferma.

Come immagina i prossimi cinque anni continuando ad indossare la fascia tricolore?

Li immagino esattamente come quelli trascorsi. 24 ore al giorno, tutti i giorni, al servizio della mia città ma mi auguro, sinceramente, di avere meno drammi con cui avere a che fare. Primo fra tutti, ovviamente, quello della pandemia. Immagino dunque una situazione più normale di gestione, e spero di potere fare ancora di più di quanto abbia potuto. Questi cinque anni sono anche serviti per capire in che modo, e dove, è possibile fare meglio.  

Cosa di questi cinque anni ritiene sia stato il punto di forza della sua azione amministrativa, e di contro cosa sarebbe da migliorare o fortificare o creare ex novo?

Il punto di forza di questi 5 anni della mia, della nostra, azione amministrativa è stata sicuramente la presenza costante, l’esserci stati, l’aver guardato non solo alla città di oggi, ma anche in prospettiva. Come per ogni cosa, ci sarà da migliorare la politica dei lavori pubblici importanti per cui stimoleremo sia lo Stato, sia la Regione, innanzitutto per i rischi idrogeologici e, sicuramente sarà attenzionato il centro storico.

Essere una donna delle istituzioni da una parte e dall’altra una cittadina che vive la sua città, come è riuscita a far convergere l’una nell’altra e viceversa?

Ho amato sempre la mia città, pur avendo avuto l’occasione di vivere lontano. Dopo la mia laurea ho voluto a tutti i costi farvi ritorno, creare a Comiso la mia famiglia, far nascere e crescere qui le mie figlie. Di conseguenza, l’amore smisurato che ho nei confronti della città, è stato il punto di convergenza tra il mio essere “cittadina” e “prima cittadina” di Comiso.

Quale il suo rammarico più grande in questi cinque anni, a cui vorrà porre un rimedio nel prossimo mandato se riconfermata alla carica di primo cittadino di Comiso?

Non parlerei di rammarico perché la grande e forzata pausa, assieme allo spaesamento di tutti gli amministratori dovuta alla drammatica novità della pandemia, non credo possa essere ascrivibile alla responsabilità di nessuno. Tuttavia, se mi guardo indietro, penso che se avessi avuto cinque anni un po’ più semplici da questo punto di vista, avrei potuto produrre ancora di più e ancora meglio di quanto abbia fatto.

Quale il segreto, da condividere con i nostri elettori, per entrare nel cuore delle persone, nel ruolo di amministratore?

Non ci sono segreti particolari, se non essere sempre se stessi e non pensare mai che diventare sindaco costituisca un motivo di superiorità, un vanto, che possa giustificare l’esercizio di un potere. Dobbiamo veramente credere, pensare e vivere il fatto che un primo cittadino è al servizio e non al comando di una città.

Come immagina la competizione elettorale che, seppur a fatica per chi si proporrà a sfidarla, sta già prendendo il via?

La immagino, e spero, che sia una competizione leale. Ma dalle prime avvisaglie non mi pare di scorgere grossi contenuti. Infatti si tergiversa, si tenta di fomentare i malesseri di pancia da parte di qualcuno, parlando ad esempio di tasse, o di mancata incentivazione turistica da parte della sottoscritta. Nel primo caso, piaccia o no, le imposte locali vanno pagate perchè sono l’unica maniera con cui un comune può fornire i servizi ai propri cittadini. È come se fossimo seduti a tavola, costantemente in 10, ma dovessero pagare sempre in 7. E questi 7 si scoccerebbero prima o poi di pagare per tutti. Sarebbe “illuminante” elencare, con dovizia di particolari, quali annualità non sono state mai riscosse. Per ciò che concerne le politiche di incentivazione turistica, mi pare che l’attenzione nei confronti della cultura letteraria e quindi la formazione e fondazione del parco letterario Gesualdo Bufalino, e dall’altra parte la gestione integrata pubblico/privata del nostro museo, siano stati due motivi di vanto della mia amministrazione e saranno il volano attrattivo nei confronti di visitatori e turisti.     

Quale ritiene sia l’immagine che la città ha di lei e del suo operato?

La città sicuramente mi vede come una donna forte ma allo stesso tempo accogliente, un po’ come sarebbe una madre. Severa quando necessario, più accondiscendente quando è possibile esserlo. Sempre presente nei momenti di gioia ma anche in quelli drammatici. In generale, dai feedback che mi arrivano, c’è un giudizio positivo sul mio operato.